Rispetto ad altri comparti economici, il settore turistico è più direttamente influenzato dalle condizioni climatiche. Infatti, la maggior parte dei flussi turistici si registra durante il periodo estivo, quando il meteo è migliore e consente di passare molto tempo all’aria aperta.
Tra le conseguenze del riscaldamento globale, l’aumento generale delle temperature e la diminuzione delle precipitazioni possono rappresentare un’opportunità per il sistema turistico della costa veneta. Negli ultimi anni, infatti, non solo durante l’estate, si sono registrati lunghi periodi caratterizzati da temperature miti ed assenza di precipitazioni. Ciò consente di estendere il periodo dell’anno in cui si possono svolgere attività all’aperto, creando quindi le condizioni per un vero e proprio allungamento stagionale.
La Fondazione Think Tank Nord Est ha analizzato i dati raccolti da Arpav, che evidenziano una chiara tendenza negli ultimi anni. Infatti, il numero dei giorni soleggiati è in netta crescita: presso le stazioni di rilevazione posizionate lungo le spiagge della Venezia Orientale si è passati da una media di 281 giorni di sole all’anno nel periodo 2010-2016 a 288 tra 2017 e 2022. In particolare, tra 2019 e 2022 l’incremento è stato veramente significativo: il massimo si è raggiunto proprio nel 2022, con un valore ben superiore alle 300 giornate soleggiate all’anno lungo tutto il litorale da Cavallino a Bibione, passando per Jesolo, Eraclea e Caorle. Oggi, quindi, la costa veneta può contare su 300 giorni di sole all’anno, al pari di altre rinomate località turistiche italiane e straniere (collocate più a sud) che godono di un clima quasi sempre mite.
Non solo. Oggi la costa veneta è ancora caratterizzata da una stagionalità turistica piuttosto marcata nel periodo maggio-settembre, con la possibilità di anticipare l’apertura ad aprile, soprattutto qualora le festività lo consentano (Pasqua, 25 Aprile). Tuttavia, negli ultimi anni, le condizioni meteorologiche stanno creando l’opportunità di estendere l’apertura stagionale anche ai mesi di marzo e ottobre. Infatti, dal 2010 ad oggi, lungo le spiagge della Venezia Orientale si registra un netto calo dei mm di pioggia a marzo (da 99 nel periodo 2010-2016 a 50 tra 2017 e 2022) e ottobre (da 113 a 52), con la diminuzione anche dei giorni piovosi (da 8 a 5 sia in marzo che in ottobre). Queste caratteristiche climatiche rappresentano quindi la precondizione per un’apertura delle strutture di 8 mesi.
“Il clima mite, anche al di fuori del periodo estivo, deve essere parte integrante di una campagna di comunicazione delle spiagge della Venezia Orientale – dichiara Antonio Ferrarelli, presidente della Fondazione Think Tank Nord Est e del Distretto Turistico Venezia Orientale – con l’obiettivo di richiamare investimenti per progetti ed eventi in grado di attirare visitatori anche in primavera ed autunno. L’obiettivo per il litorale deve essere l’apertura delle strutture per almeno 8 mesi, anche al fine di poter offrire contratti più lunghi e competitivi al personale’’.