Crollo della produzione a Zevio, ma buona raccolta per il Basso Veronese, dove il gelo e la grandine hanno colpito meno. È il bilancio della stagione delle mele, contrassegnata da una produzione a macchia di leopardo dovuta ai fenomeni atmosferici (gelate, siccità e grandinate) che hanno influenzato i risultati.
“Nel territorio veronese è andata meglio che in Trentino, dove le perdite hanno raggiunto il 60%, e della Germania – sottolinea Andrea Lavagnoli, presidente di Cia Verona -, che ha segnato un calo del 46% favorendo, così, l’export per l’Italia. Ma in generale i risultati sono deludenti anche in riva all’Adige, perché la siccità ha portato a pezzature inferiori del prodotto e quindi a prezzi minori sul mercato. Per la Golden Delicious, la mela tra le più prodotte nel Veronese, il 50 per cento dei frutti è stato di pezzatura inferiore ai 65 millimetri di diametro, con prezzi crollati a 22-23 centesimi al chilo rispetto ai 35-40 centesimi pagati per frutti di calibro maggiore. Anche per le produzioni sopra i 65 millimetri non è andata bene: la siccità ha portato la ruggine e ha bruciato parte della mela. Un’annata in perdita, quindi, a fronte di costi di produzione sull’ordine dei 52 centesimi al chilo. Un po’ meglio è andata alla Granny Smith, pagata tra i 50 e i 60 centesimi al chilo per i frutti di buona pezzatura. Infine la qualità Gala, mela estiva, è stata pagata anche 60-70 centesimi, ma non ha goduto di grandi consumi”. Per quanto riguarda le pere, la stagione è stata decisamente negativa. La Conference e Kaiser, a causa della siccità, sono risultate troppo lucide, cioè poco rugginose (la rugginosità per le pere dà valore, al contrario delle mele). Le pere estive hanno subito il caldo, anche se a settembre, con la pioggia, hanno accennato a una lieve ripresa. “Nella riunione dei maggiori rappresentanti ortofrutticoli d’Europa, che si è svolta in agosto in Spagna, il calo di produzione era preventivato – rimarca Lavagnoli -, e proprio a fronte della scarsa quantità immessa sul mercato ci aspettavamo almeno una buona remunerazione del prodotto. Invece al momento la partita è ancora incerta, soprattutto per le mele. Parte della produzione sarà immagazzinata e non è ancora prevedibile sapere come saranno distribuite le mele e che mercati affronteranno”.