Su una cosa ha ragione il Presidente Alessandro Mazzucco: il vuoto di visione dell’ente pubblico. È eclatante il caso del Piano Folin, un progetto di grandissima portata che non è mai stato discusso nelle commissioni consiliari competenti. Per il resto, le sue parole mettono in mostra ciò che non va nella nostra città: la sinergia tra istituzioni.
Le scelte di Fondazione Cariverona incidono sulla vita dei veronesi? Assolutamente sì. Dalla destinazione degli immobili del Piano Folin al finanziamento di attività culturali e sociali, il rapporto tra la città e la Fondazione ė innegabile, non solo per il nome, non solo per la composizione del Consiglio Generale (con consiglieri nominati dal Comune, dalla Diocesi e dall’Università) ma anche perchė il suo patrimonio deriva dall’operosità dei veronesi stessi.
Ciò significa che la Fondazione debba sottomettersi alla città, o diventare un braccio armato del Comune, com’è stato in passato? No. Ma tra autonomia e collaborazione sinergica c’ė un’enorme differenza. Se la Fondazione reclama autonomia, non può pretendere di forzare le istituzioni democraticamente elette che, in quanto tali, sono le uniche titolate a prendere decisioni sul futuro della città, in particolar modo quando si tratta di questioni delicate come quelle relative al Piano Folin, nei confronti del quale non può esistere alcun “atto dovuto”.
Una città ė forte se le sue istituzioni, con la loro autonomia e i rispettivi ruoli, fanno squadra. Si impoverisce se succede il contrario. Perciò il Consiglio comunale ha il diritto di essere considerato un interlocutore con cui confrontarsi in maniera trasparente, cosa che fino a oggi non è avvenuta.