Freschissimo di nomination agli Oscar del 2024 con Io Capitano (su Sky dal 29 gennaio) per la categoria Miglior Film Straniero, Matteo Garrone occupa la nostra uscita della rubrica sulle Perle nascoste del cinema con un duetto di sue opere – una ventennale, una decennale – che vi faranno immergere a pieno nella sua straordinaria poetica.
L’imbalsamatore (2002 – Prime Video)
Peppino fa l’imbalsamatore, Valerio serve ai tavoli, Deborah vagabonda da un impiego all’altro senza trovare riposo. Sogni e bisogni differenti li animano e li fanno andare avanti, ma tutti e tre sono dei naufraghi della vita che provano ad aggrapparsi alle certezze di caso, relazioni, quotidianità e amori capaci, forse, di dare tregua almeno per un attimo al loro malessere esistenziale.Ispirato alla reale vicenda di cronaca degli anni ‘90 del cosiddetto “nano di Termini” Domenico Semeraro, L’imbalsamatore è l’opera che consacrò l’allora giovane Matteo Garrone, inserendolo di diritto all’interno dell’aurea rosa degli autori cinematografici indipendenti del cinema italiano dei primi anni 2000: il film fu infatti presentato alla Quinzaine des realisateurs del Festival di Cannes nel 2022 per poi vincere svariati David di Donatello nell’anno successivo, complice un cast di altissimo livello, con protagonista la leggenda del teatro Ernesto Mahieux, e una scrittura di spessore, capace di raccontare con tinte fosche ma asciutte – a tratti dure – la disperazione esistenziale di un gruppo di personaggi perduti, irredimibili e respingenti. La finezza del racconto sta poi proprio nella magia di esser riusciti a trasmettere della compassione, persino dell’affetto, verso uomini e donne talmente lontani da un possibile immaginario comune da astrarsi nell’iperrealismo, trasformando l’intera operazione filmica in una fiaba dal sapore amaro, incubico e indimenticabile.
Reality (2012 – RaiPlay)
Luciano è un pescivendolo napoletano che per arrotondare idea e mette in atto piccole truffe insieme alla moglie Maria. Showman nato e dotato di un’irresistibile simpatia, viene spinto dai familiari a partecipare a un provino per entrare nel “Grande Fratello”. Quell’esperienza cambierà per sempre la sua percezione della realtà.Storia fantastico-esistenziale che mescola realtà, immaginazione e follia, con Reality il regista romano aveva folgorato la croisette di Cannes, aggiudicandosi nel 2012 il Premio Gran Prix e godendo dell’approvazione di critica e pubblico. Non è difficile capirne le ragioni, se si pensa che questa storia di bassifondi pescivendoli che desiderano innalzarsi agli onori della tv commerciale, popolare – e volgarissima – altro non fa se non dipingere una realtà popolata da uomini e donne incapaci di sottrarsi al giudizio altrui, che sia quello della tv-dogma o quello di parenti, amici, conoscenti e dell’intera società. Folgorante per la forza comunicativa di ogni singola scena, Reality è peraltro perfettamente interpretato e ancor meglio fotografato, grazie al contributo di Marco Onorato, per non parlare della bellissima colonna sonora firmata dal genio Alexandre Desplat.
Maria Letizia Cilea