Mattarella sui luoghi della tragedia Il presidente: un tormento che interroga le coscienze. La Repubblica non ha dimenticato

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e Luca Zaia visitano il Museo delle “Vittime del Vajont” illustrato da Roberto Padrin Sindaco di Longarone

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è nei luoghi del disastro del Vajont, dove 60 anni fa ci fu la tragedia che causò la morte di duemila persone.
Gli abitanti di Longarone e della valle del Piave ebbero solo quattro minuti per tentare di mettersi in salvo, la notte del 3 Ottobre 1963, prima che l’onda generata dalla frana del Monte Toc nell’invaso del Vajont superasse la diga, radendo al suolo il paese. Erto, Casso e Castelavazzo sono diventati paesi fantasma. Longarone è stata rifatta a forza di cemento armato. I sopravvissuti sono ormai poche decine. “Per noi fu come la fine del mondo”. Mattarella: ‘Un tormento che interroga le coscienze, la Repubblica non ha dimenticato’. “Siamo qui a rendere memoria di persone”, “quelle che sono morte il 9 ottobre 1963”, le “sopravvissute, quelle che hanno dovuto lasciare le loro case e quelle che hanno lottato strenuamente per ricostruirle, per rimanervi”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla cerimonia di commemorazione della tragedia del Vajont. Mattarella ha parlato dei “silenti monumenti alle vittime, a quelle inumate nei cimiteri, a quelle sepolte per sempre nei greti dei corsi d’acqua, sulle pendici: donne, uomini, bambini. Cinquecento bambini”. “Sono tormenti che, tuttora – sessant’anni dopo – turbano e interrogano le coscienze”. Prima di raggiungere la tensostruttura dove si è tenuta la commemorazione, il presidente della Repubblica si era recato a Fortogna al cimitero delle vittime del disastro per una cerimonia; e poi aveva visitato la diga, percorrendone la passerella. Alla cerimonia partecipano anche il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, i presidenti delle Regioni Friuli-Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, e Veneto, Luca Zaia.

Vajont, 60 anni dopo dalla tragedia

Il sindaco Tommasi alla cerimonia con il presidente della Repubblica Mattarella

La sera del 9 ottobre 1963, la Valle del Piave veniva colpita da una delle peggiori catastrofi della storia recente d’Italia. Una enorme frana staccatasi dal Monte Toc, sulle Prealpi bellunesi fra il Friuli-Venezia Giulia ed il Veneto, sprofondava nel bacino artificiale del Vajont, appena realizzato mediante la costruzione di una diga da record. L’ondata di acqua generata dalla frana si riversava nella Valle del Piave portando morte e distruzione. Il paese di Longarone, situato allo sbocco della valle del Vajont, sotto l’enorme diga realizzata negli anni precedenti, venne cancellato dalla furia delle acque. Rimanevano solo fango e detriti. Il bilancio della catastrofe: circa duemila morti.
La storia del Vajont riporta non solo ciò che è accaduto sessant’anni fa, ma quello che potrebbe accadere a noi su scala diversa, in un tempo assai più breve. Tante le iniziative che in tutta Italia sono state promosse per l’occasione.
Il sindaco Damiano Tommasi ha partecipato alla prima parte della cerimonia, alle ore 11 al cimitero monumentale di Fortogna, nel Bellunese, dove riposano le 1910 vittime della catastrofe. Proprio lì c’è stata la stretta di mano tra il presidente Mattarella e il sindaco Tommasi.
Sul territorio veronese, accanto all’evento al Teatro Nuovo che prevede il collegamento con l’opera di Marco Paolini, che da Longarone tiene lo spettacolo VajontS23 , la Circoscrizione 2^ si è impegnata con con l’iniziativa dal vivo organizzata con il Limes Club Verona e il Lions Club Verona Arena, uno spettacolo teatrale a tre voci con la narrazione dei fatti della diga.
Elisa Dalle Pezze, Presidente Circoscrizione 2^: “A sessant’anni le vicende del Vajont sono ancora purtroppo attuali: è la storia di un rischio sottovalutato che negli anni a seguire si è ripetuta e continua a ripetersi, perché i cambiamenti climatici e i loro effetti ci impongono di cambiare passo e Oggi è un momento di riflessione sul presente oltre che sul passato. Ringrazio la Parrocchia del Sacro Cuore in Pindemonte per l’ospitalità”.
L’evento è incluso nella rassegna di incontri serali dal titolo “L’Uomo e il suo tempo”, un percorso attraverso le molteplici dimensioni dell’uomo e della sua interazione con il mondo in continua evoluzione.
La serata-evento, organizzata dalla Circoscrizione 2^ del Comune di Verona con il sostegno del Limes Club Verona e del Lions Club Verona Arena, si terrà stasera alle 20.45 nel Teatro Parrocchia del Sacro Cuore in Piazza Donatori di Sangue, 1 a Verona. L’ingresso è gratuito e aperto al pubblico.