Massignan: “Un errore il Pestrino” L’architetto ed ex assessore presenta una mozione con oltre mille firme: no al cemento

Giorgio Massignan va all’attacco. Architetto e urbanista, già presidente per 30 anni di Italia Nostra, Massignan ha presentato ieri in un’affollata conferenza stampa una petizione firmata da 1058 cittadini con la quale si chiede al sindaco, alla Giunta e a tutti i consiglieri comunali di bloccare il progetto dei Magazzini della Cultura al Pestrino: una serie di edifici nell’area di fronte al forte Santa Caterina.
Un progetto presentato dalla precedente amministrazione Sboarina con l’assessore Segala che ha ottenuto i finanziamenti del Pnrr per la riqualificazione urbana e che è stato modificato e rivisto dall’amministrazione del sindaco Tommasi.
In origine infatti prevedeva tra le varie destinazioni d’uso i cosiddetti Magazzini della Cultura per esporre a rotazione il patrimonio artistico chiuso nei depositi dei musei. Questi magazzini sono stati eliminati dal progetto finale.
Rimane invece il centro servizi per persone con disabilità, con a fianco una struttura residenziale per i disabili autosufficienti e con alloggi per i parenti.
Questa soluzione viene contestata fortemente dai firmatari della petizione: “Realizzare un tale centro in un luogo isolato come il Pestrino”, ha spiegato Massignan, “dà la triste idea della ghettizzazione: il vecchio Lazzaretto non è molto lontano”.
Le modifiche apportate dalla Giunta Tommasi non sono sufficienti secondo Massignan secondo il quale l’area andrebbe protetta: “Nonostante le modifiche riteniamo che la scelta del luogo dove intervenire sia urbanisticamente e ambientalmente sbagliata considerata la presenza di un forte asburgico e la vicinanza al Parco dell’Adige. Inoltre per raggiungere la zona non ci sono le infrastrutture stradali idonee né i servizi pubblici”.
Massignan cita i numeri: “La riduzione dai 16 mila metri quadrati del vecchio progetto Sboarina-Segala agli attuali 12 mila cambia poco il grado di cementificazione dell’area e in ogni caso blocca ogni possibile restauro del paesaggio, intaccato dalle obsolete strutture edilizie recenti. Un’adeguata progettazione urbanistica avrebbe previsto in altri luoghi più adatti tutte le funzioni destinate al Pestrino”.
E fin qui l’aspetto tecnico-urbanistico dell’iniziativa di Giorgio Massignan. Ma quello che è emerso con forza durante la conferenza stampa al Liston 12 è stato il portato politico di questa iniziativa, molto critico nei confronti di una amministrazione comunale che in teoria dovrebbe essere considerata e percepita come vicina alle istanze ambientaliste e progressiste.
Invece si è avuta la netta sensazione di una prima frattura all’interno del vasto mondo che nel centrosinistra si dovrebbe riconoscere nell’amministrazione guidata dal sindaco Tommasi.
Massignan ha riferito infatti dei colloqui avuti e di quelli non avuti con il Comune. “Ho chiesto alla vicesindaca Bissoli un incontro con vari messaggi e non mi ha mai risposto. Chiusa nelle sue mura, fa rispondere all’assessore Tommaso Ferrari che funziona come un braccio armato della Bissoli”.

“Loro governano e noi siamo sudditi”. Massignan attacca: “Tra quattro anni finisce che non si va neppure al ballottaggio”

“Ho avuto un colloquio con lui, siamo rimasti ognuno della propria idea. Nonostante in campagna elettorale ci fossero state grandi assicurazioni di coinvolgimento e partecipazione nelle scelte, poi alla fine il metodo di amministrare la città è sempre uguale da oltre vent’anni”.
Ma che cosa è successo?
“Succede che la nostra iniziativa e la nostra chat su questo tema sono viste molto male perché disturbano il manovratore, sono considerate come fuoco amico. Anzichè cogliere questi spunti, noi diventiamo nemici: loro governano noi sudditi dobbiamo accettare. Ma non si può urbanizzare il Pestrino solo perché è appetibile dal punto di vista fondiario ed edilizio. Si cambia casacca a Palazzo Barbieri ma sono sempre i soliti a tirare i fili in città”.
Un attacco duro, dunque, che parte dall’interno dell’area della stessa maggioranza, da quella parte che si sente tradita perché si aspetterebbe atteggiamenti diversi e che ha aspettative diverse rispetto a quelle che poi vede calate nella realtà di tutti i giorni.
“Temo che fra quattro anni qui si finirà come con Paolo Zanotto che non è andato neppure al ballottaggio contro il centrodestra. E Tosi è pronto a tornare. Almeno ai tempi della Dc e del Psi gli assessori avevano il buon gusto di ascoltare e far finta di recepire le proposte… Adesso hanno ragione solo loro perché governano”.
La prima crepa è ufficialmente aperta. Chi riuscirà a chiuderla? mb