Massignan a Tommasi: “Ferma quello scempio” Il recupero di Forte Santa Caterina, con fondi Pnrr, contestato dal punto di vista culturale, ambientale e per l’impatto edilizio

E’ probabilmente l’unico progetto veronese che ha già ricevuto l’assegnazione dei fondi Pnrr. Ma è uno dei più contestati per l’impatto ambientale e anche la improbabile utilità. Si tratta della sistemazione dell’area di Forte Santa Caterina al Pestrino. L’ex assessore all’urbanistica Giorgio Massignan, ambientalista da sempre e ora scrittore, ha aperto una petizione che si sta avvcinando al migliaio di firme per chiedere al sindaco Damiano Tommasi di fermare l’operazione. Anche se appare molto difficile che si possano dirottare altrove i finanziamenti del Pnrr già agganciati a un progetto. Ma quello che inquieta è il piano previsto per l’area di Forte Santa Caterina che viene contestato per due ordini di motivi. Il primo è che prevedere un giacimento culturale con opere d’arte al Pestrino va contro ogni logica cittadina, esula dal perimetro della città d’arte e del quadrilatero dei musei e contenitori del centro storico. Il secondo aspetto è l’impatto enorme, cementifero, del progetto, che si configura come una vera e propria speculazione edilizia nata da un progetto voluto dall’amministrazione Sboarina-Segala. “La proposta della Giunta comunale uscente è stata quella dei Magazzini della Cultura nell’area del Forte Santa Caterina al Pestrino, su un’area di 126.000 mq. Il piano ha rappresentato un progetto bandiera per il concorso per la Capitale della Cultura italiana, dove la nostra città è stata esclusa dalle prime dieci”, ricorda Massignan. “Il progetto prevede una serie di nuovi edifici a forma di L, proprio di fronte al forte austriaco di Santa Caterina, di cui uno alto 9 metri, su una superficie di 16.000 mq, recuperati dalla demolizione delle palazzine militari dismesse e fatiscenti. La struttura avrà un grosso impatto paesaggistico, che impedirà il recupero del contesto ambientale in cui si vuole inserirla. Le destinazioni d’uso previste nei nuovi edifici sono: l’esposizione a rotazione del patrimonio artistico chiuso nei depositi dei musei cittadini. Il museo di Castelvecchio ha 300 opere esposte e 3.000 nei depositi, mentre la Galleria d’arte moderna ne espone 150 e 1.600 sono nei depositi. Poi, ospitare parte degli archivi degli uffici comunali. Utilizzare circa 5.000 mq per un centro servizi destinato a persone con disabilità, con a fianco una struttura residenziale per i disabili autosufficienti e con alloggi per i parenti che decidono di vivere accanto al famigliare con disabilità. In queste richieste d’uso, non si è considerato l’impatto paesaggistico ed ambientale che subirà quell’area, che invece andrebbe bonificata di tutti i residui edilizi recenti e rinaturalizzata. Inoltre, per raggiungere la zona del forte Santa Caterina, non ci sono le infrastrutture stradali e i servizi di trasporto pubblico sufficienti e idonei. Chi andrebbe sino al Pestrino per vedere le opere ora contenute nei depositi museali?” Le alternative non sarebbero mancate: “Un’adeguata progettazione urbanistica, avrebbe previsto i Magazzini della Cultura all’Arsenale, separata dal museo di Castevecchio solo dal ponte scaligero, realizzando in tal modo un’importante polo culturale”, conclude Massignan. Anche la destinazione di una parte a centro servizi per disabili rappresenta un potenziale “ghetto”: “Se da una parte facilita gli interventi di supporto dall’altra sicuramente isola le persone dal contesto sociale e tende a peggiorarne le condizioni. Una soluzione auspicabile potrebbe ricercarsi nell’utilizzo del patrimonio immobiliare del Comune . Occorre una visione diversa della città”.