La vicenda “nera” di Pietro Maso, nonostante gli anni passati continua a catturare l’attenzione. Secondo i dati degli ascolti tivù Pietro ha conquistato 457 mila spettatori con il 2 % di share. Chiunque sia nato prima degli anni ’80 certamente ricorda i terribili eventi che nell’aprile del 1991 videro protagonista Pietro Maso: il brutale assassinio dei genitori messo freddamente in atto da Pietro insieme a tre amici, nella laboriosa Montecchia di Crosara, in Valdalpone. In prima tivù assoluta canale Nove ha riproposto la storia del protagonista negativo di quella vicenda. E’ stato lui stesso a raccontare quella vicenda, in camicia bianca seduto su una sedia con lo sfondo scuro. Voleva stupire a tutti i costi perchè l’attenzione, soprattutto da parte delle ragazze, era piacevole. Era schiavo di questa ricerca. E allora ha detto ‘faccio una cosa che gli altri non potranno mai fare, uccidere i miei genitori”.Questo fatto di sangue nel 1991 mise gli italiani di fronte a una realtà che raccontava in maniera insopportabilmente precisa lo spirito dei tempi: un ragazzo che per fame di soldi, per puro edonismo, maturò e mise in atto l’idea di uccidere i genitori per appropriarsi del loro patrimonio. Il caso suscitò un clamore forse inedito che nel corso degli anni ha continuato a far discutere. Oggi Maso è un uomo libero che ha pagato il suo debito con la giustizia e ha accettato di raccontarsi di fronte alle telecamere. Il punto di vista di Io ho ucciso resta sempre imparziale, senza giudizi, mosso soltanto, come hanno spiegato gli autori, dalla volontà di capire cosa può accadere nella testa di un uomo, di un ragazzo, di un figlio, che compie un atto così estremo, aiutato da altri tre suoi coetanei che vivevano nello stesso paese. Tutto con il contributo della giornalista Raffaella Regoli, autrice de Il male ero io (2013), l’unica biografia autorizzata di Pietro Maso, della psicologa Vera Slepoj, dei giornalisti Gian Antonio Stella e Francesco Prando e le testimonianze dell’avvocato Guariente Guarienti e dell’allora presidente della Corte d’Assise Mario Sannite. Brividi e redenzione.