L’occasione è offerta dalle prossime elezioni per la Provincia fissate per l’8 di gennaio, ma il pensiero è rivolto alle amministrative della prossima primavera. “Centrodestra unito anche per vincere a #verona2017 Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Udc, Battiti, Consevatori Riformisti, Futuro Popolare, etc. e anche Verona Domani di Casali. Invece chi sta col centrosinistra non sta nel centrodestra… O di qua o di là…”. E’ il pensiero che Ciro Maschio, esponente di spicco di Fratelli d’Italia, ha espresso sul suo profilo Facebook per illustrare il risultato della presentazione della lista “Centrodestra Verona”. E ieri mattina nella Sala Rossa della Provincia con i due delegati di lista, Paolo Paternoster, segretario provinciale della Lega e Ciro Maschio c’è stato un vero e proprio schieramento: il presidente di Battiti, Federico Sboarina, il coordinatore di Forza Italia Davide Bendinelli, Stefano Casali, tosiano in Regione, ma qui con la sua Verona Domani, Gianfranco Carbognin, ex sindaco di Belfiore e Filippo Grigolini, presidente della Seconda Circoscrizione ed esponente del Popolo delle Famiglie. Per parlare di schieramenti va segnalato però un particolare: in corsa, oltre al centrodestra di Paternoster e Maschio c’è anche la “Verona Scaligera” del gruppo tosiano. A far crescere la confusione e il vecchio male italiano del trasformismo ci sono poi le sposizioni personali dei candidati, come Andrea Sardelli, vicepresidente in Provincia, che stavolta si chiera con Lega e FdI. Lo stesso vale per Luca Zamperini che sta con Casali, il quale però a Venezia sta con Tosi. E’ bravo chi ci capisce qualcosa. Da rilevare che ciò che accade a Verona si sta ripetendo in buona parte del Veneto. Anche a Padova, per esempio è confermata l’alleanza tra Partito democratico, Tosiani, Ncd, Udc. E anche dalle parti dei Colli euganei fa segnalata la presenza di qualche trasfuga, che si riposiziona a seconda delle convenienze. E il Pd? In Provincia ha presentato una sua lista breve “Insieme per Verona”. E così si becca la critica dell’ex capogruppo Michele Bertucco. “Gravi, in questo contesto”, ha detto, “sono anche le colpe degli attuali vertici Pd che in questa fase di disgregazione politica del centro destra, non sono stati ancora in grado di dare una alternativa credibile. Anzi, hanno portato in casa del centrosinistra gli stessi problemi che stanno mandando a picco gli altri schieramenti”.
F. N.