Nell’ambito dell’azione di controllo economico del territorio e di specifiche attività mirate al contenimento dei rischi derivanti dall’emergenza epidemiologica da COVID-19, nei giorni scorsi, i militari del Gruppo Villafranca, guidati dal capitano Claudia Pugliese, hanno effettuato un controllo presso un esercizio commerciale operante nella zona del villafranchese, dove sono state rinvenute e sequestrate circa 5.100 mascherine sulle quali è stato apposto indebitamente il marchio CE.
Più in dettaglio, le Fiamme Gialle hanno individuato nel magazzino di una società che opera nel settore del commercio all’ingrosso di prodotti alimentari e tabacco, mascherine facciali acquistate e importate direttamente dalla Cina, scortate da false certificazioni tecniche, pronte per essere rivendute come dispositivi medici a operatori economici dei più svariati settori, dai supermercati alle farmacie.
Sulle confezioni delle mascherine era riportato il marchio CE con il quale si attesta la conformità del prodotto agli standard qualitativi previsti dalle relative norme tecniche europee per le mascherine a uso medico, le cosiddette «mascherine chirurgiche».
Tuttavia, nel procedere alla verifica della validità e dell’attendibilità della documentazione destinata a comprovare la conformità CE dei prodotti rinvenuti, i finanzieri hanno scoperto che l’unico documento in possesso del soggetto controllato era un «certificato di conformità», apparentemente rilasciato da un ente cinese di Shenzhen, privo di qualsiasi efficacia nel territorio comunitario.
La certificazione esaminata, e di conseguenza l’apposizione del marchio CE sui prodotti rinvenuti, che garantisce che gli stessi soddisfano i requisiti di produzione e di performance delle mascherine chirurgiche nel rispetto delle norme tecniche di settore, sono risultati, pertanto, privi di qualsiasi valore legale. L’imprenditore, che ora rischia fino a due anni di reclusione, è stato denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Verona (Sost. Proc. Diletta Schiaffino) per l’ipotesi di reato prevista e punita dall’art. 515 c.p. («Frode nell’esercizio del commercio») e tutte le mascherine sono state sequestrate. Le attività di servizio posta in essere dal Corpo in questo contingenza da COVID-19 sono il frutto di una mirata analisi del contesto economico di riferimento, volta a individuare i principali fenomeni illegali che vengono posti in essere. Nel corso degli ultimi tre mesi è stato possibile sottoporre a sequestro oltre 63 mila mascherine (nello specifico 25 mila dispositivi di protezione individuale e 38 mila dispositivi medici), oltre 584 litri di gel, nonché segnalare all’Autorità giudiziaria 10 responsabili.