Marmo, sostenibilità e innovazione. Il Verona Stone District incontra Confindustria Vanno gestiti gli scarti da lavorazione della pietra naturale da parte delle aziende del settore

L’appuntamento, organizzato da Confindustria Verona in collaborazione con Verona Stone District, ha visto la partecipazione di una sessantina di imprenditori della filiera del marmo ed è stato l’occasione per mettere in evidenza le sfide e le opportunità in una gestione sostenibile degli scarti industriali. Un argomento complesso che richiede conoscenza dalla materia dal punto di vista normativo e tecnico e una rete di relazioni in grado di dialogare con le istituzioni per trovare risposte e soluzioni di fronte ad una legislazione non sempre di facile interpretazione. Dopo i saluti di apertura di Pierluigi Testi, Presidente della sezione marmo di Confindustria Verona, il pomeriggio ha visto gli interventi degli esperti di Confindustria Verona e Confindustria Veneto, Rita Perini e Marco Armillotta, che hanno evidenziato alle aziende presenti come poter valorizzazione scarti di lavorazione, grazie agli strumenti normativi esistenti. In chiusura il Prof. Marco Cristani, del Dipartimento di Ingegneria DIMI dell’Università di Verona, ha illustrato i vantaggi dell’intelligenza artificiale per rendere più sostenibile la filiera dei materiali. Moderatore della serata è stato Filiberto Semenzin, Presidente del Verona Stone District. La decisione di dedicare un evento in tema di gestione degli scarti al comparto del marmo nasce dall’esigenza, ormai non più rinviabile, di trovare soluzioni alternative alla destinazione in discarica dei residui di lavorazione della pietra naturale, in ottica di economia circolare, facendo leva sulle opportunità offerte dalla normativa vigente. In particolare, al centro del dibattito i cosiddetti end of waste e i sottoprodotti. Nel caso degli end of waste un rifiuto, sottoposto ad un processo di recupero, perde tale qualifica per acquisire quella di prodotto. Il Decreto del Ministero dell’Ambiente dello scorso 28 giugno n. 127, per la prima volta, definisce in modo chiaro i limiti di inquinanti per gli inerti differenziati per utilizzo e le procedure da seguire affinché tali scarti possano essere destinati ad un percorso di recupero. Ma l’obiettivo primario per le aziende del comparto è quello di ottenere il riconoscimento per alcune destinazioni di questi materiali dello status di sottoprodotto, come ha sottolineato Pierluigi Testi. E sono molti i progetti avviati che vanno in questa direzione e che vedono impegnati, oltre a Confindustria Verona e al Verona Stone District, l’Università di Verona, ISIM di Confindustria Marmomacchine, il Consorzio Marmisti della Valpantena e l’Università di Padova. “Per il futuro penso sia sempre più importante assumere, con Confindustria, un ruolo di coordinamento per seguire i vari progetti in campo sul tema della ricerca, dell’economia circolare e della possibilità di utilizzare i residui della trasformazione del marmo, della pietra naturale e degli altri materiali come sottoprodotto per altri settori: penso alle strade ed ai sottofondi. Di cui questo incontro rappresenta un importante tassello. Un tema delicato per il quale è fondamentale il supporto degli Enti pubblici. I progetti e le iniziative di ricerca in essere anche con l’università di Verona richiedono tempi ragionevolmente lunghi. Sarà pertanto utile avere nel frattempo siti a disposizione dove smaltire gli inerti perché le nostre aziende devono continuare a lavorare”. Ha ricordato Filiberto Semenzin.