Una galleria sotterranea che colleghi l’Adige da Castelvecchio al fiume, subito dopo il Ponte Aleardi.
Non è uno scherzo. E’ la proposta contenuta in un’interrogazione a risposta scritta presentata dal consigliere comunale di FdI Massimo Mariotti.
“Non si può fare a meno di notare – dice – che l’attuale amministrazione sta seguendo politiche ecologiste, che spesso altro non sono che una scusa per nulla fare, come abbiamo visto recentemente in Emilia-Romagna, dove non è stata fatta la necessaria manutenzione a fossi e canali. In caso di eventi naturali catastrofici diventa facile accusare il cambiamento climatico di origine antropica per scaricare colpe e responsabilità, invece che prevenire con investimenti mirati. Un giorno, il centro storico di Verona potrebbe finire sottacqua e il cambiamento climatico non c’entrerà nulla, semmai la colpa sarà dei corsi e ricorsi della storia. Infatti nei secoli passati questa splendida città è stata spesso sfregiata dalle piene dell’Adige. Invece delle solite “ciacole” si potrebbe mettere al sicuro, almeno il suo centro storico, con un intervento di ingegneria idraulica”.
E la soluzione tecnica, secondo Mariotti, potrebe essere quella di scavare la galleria sotterranea “permettendo, in momenti di grande piena di scaricare una parte delle acque del fiume attraverso questo condotto. Si badi che l’idea non è nuova, a Tokyo è stata approntato un enorme serbatoio sotterraneo che funge da battente e che viene progressivamente svuotato accendendo delle turbine di tipo aeronautico che spingono l’eccesso d’acqua nel mare”.
Mariotti si spinge più in là e avvicina Verona a Tokyo “Dal giorno del suo approntamento, nel 2006 – conclude – Tokyo non è più stata allagata, mentre in precedenza capitava anche 6-7 volte all’anno, a seconda del numero di tifoni. Verona non vale meno di Tokyo e una amministrazione efficiente dovrebbe attivarsi al meglio per metterla in sicurezza da eventi di questo tipo. Costruire delle gallerie sotterranee non è semplice e soprattutto costoso, ma si potrebbe sfruttare il cosiddetto “adigetto“ il fossato che difendeva le mura Viscontee, in buona parte senza edifici sovrastanti. Ciò premesso, desidero sapere se è intenzione del Comune valutare un approfondito studio di fattibilità di una opera necessaria ad eliminare per sempre la possibilità di danni provocati dalle piene dell’Adige.