Michele Marcolini, nato a Savona nel 1975, è un giocatore che a Verona ha lasciato il segno. Ex Bari, Vicenza e Atalanta, in tanti lo ricordano soprattutto per le cinque stagioni al Chievo, ma lui di esperienze ne ha avute parecchie.
Sora in C1, la prima avventura nel calcio vero.
“Credo che quella sia stata un’esperienza determinante per la mia crescita e per tutta la mia carriera. Sono uscito dal settore giovanile che ero un tipo di giocatore, ma dopo Sora sono maturato. Scontrarsi con delle realtà difficili dove c’è tensione fa crescere di più rispetto al confronto con i compagni della Primavera.”
Nel 1997 l’opportunità della Serie A col Bari…
“Con grande entusiasmo e un po’ di orgoglio. Il Bari mi ha dato l’opportunità di coronare il sogno che avevo di poter giocare in Serie A, e questo mi ha dato gioia e consapevolezza di essere riuscito in quello che mi ero prefissato. A Bari ho avuto anche la fortuna di incontrare Fascetti, che è stato un allenatore che mi ha voluto bene e dato fiducia, facilitando il mio percorso di maturazione.”
Pensi che sia stata quella con il Chievo la parentesi più importante della tua carriera?
“Un’esperienza che mi è rimasta tanto sulla pelle è stata quella dell’Atalanta. Ma anche i cinque anni di Verona sono stati ricchi di soddisfazioni. Mi sono trovato molto bene sia con la società che con la città, dove infatti mi sono fermato a vivere. Il mondo Chievo è un ambiente familiare in cui puoi fare bene perché ti permette di lavorare con serenità. È una società che per me vuol dire tanto, adesso ci gioca anche mio figlio. Mi ha dato la possibilità di realizzare un altro dei miei sogni, ovvero quello di giocare in Europa. Ma non solo: è stata anche la prima a darmi la chance di allenare in Serie B. Sono rimasto dispiaciuto dal mio esonero, ma non è certo quell’episodio che può cambiare il mio pensiero’.
Adesso, in attesa di una nuova panchina, ti dedichi al footgolf. É un passatempo che ti appassiona?
“Amo il footgolf, è uno sport che ho iniziato a praticare qualche anno fa. Lavorando non è semplice perché non ho tanto tempo, ma ultimamente ho avuto modo di giocarci di più. Mi ha preso tanto, dà l’opportunità di stare con tanti amici in posti meravigliosi. Mi auguro che prenda sempre più piede, anche perché tutte le persone che lo provano ne rimangono affascinate.”
Pietro Zardini