Si è parlato e scritto molto negli ultimi mesi della cordata di imprenditori del Nordest guidati da Enrico Marchi, presidente della Banca Finint e del Gruppo Save che gestisce gli aeroporti di Venezia, Verona, Treviso e Brescia, che stanno rilevando i quotidiani del Gruppo Gedi (Repubblica). Una operazione che va avanti a luci spente ma in modo molto concreto e che entro pochi mesi vedrà il cambio di proprietà per testate storiche come il Corriere delle Alpi, il Mattino di Padova, il Messaggero Veneto, la Nuova di Venezia e Mestre, Il Piccolo, la Tribuna di Treviso e Nordest Economia.
La Newco guidata da Marchi e di cui fanno parte oltre a Finint anche imprenditori di grosso calibro come Alessandro Banzato (Acciaierie Venete), Enrico Carraro (Grupp o Carraro), Federico De’ Stefani (Sit Group), le famiglie Nalini (Gruppo Carel), Zanatta (Tecnica Group), Videomedia (società attiva nel campo televisivo con TvA e TeleChiara) avrebbe già formalizzato una promessa di acquisto e si tratta ora di strutturare le singole realtà aziendali.
Un terremoto nel mondo dell’editoria che ha portato molti addetti ai lavori a interrogarsi sul reale scopo di una simile manovra: cosa intenderà farsene Marchi di una simile potenza di fuoco che coinvolgerà anche Vicenza e Verona in particolare con l’acquisizione di emittenti televisive? C’è stato chi preconizzava una discesa di Marchi nel campo politico, il prossimo anno per la presidenza della Regione nel caso in cui a Luca Zaia non venisse concessa dal Governo la deroga per poter affrontare un terzo mandato da governatore. Ma chi conosce il presidente di Save sa bene che non è certo questo il settore preferito da chi nella propria vita si è dedicato in primo luogo alla finanza: Marchi è homo economicus e non politicus.
Protagonista di primo piano del mondo di Confindustria, Marchi, secondo fonti ben informate che gli sono vicine e che hanno il polso del Friuli Venezia Giulia e del Trentino, avrebbe proprio in questo ambito il suo vero progetto per i prossimi anni. L’obiettivo è ambizioso: al di là di una possibile scalata alla presidenza nazionale di viale dell’Astronomia quando scadrà l’attuale presidente Bonomi, Marchi si starebbe dedicando alla costruzione di una Confindustria del Triveneto che comprenda tre regioni. Un paio d’anni fa era già stato impostato il “cantiere” per la nascita di una Confindustria del Nordest come riferiva un lancio di agenzia Ansa: “Le Confindustria di Veneto e Friuli Venezia Giulia (riferiva l’Ansa) hanno avviato un “cantiere di lavoro” per la loro aggregazione. L’annuncio ufficiale a Mestre da parte dei presidenti Enrico Carraro e Giuseppe Bono”.
Un progetto che ha avuto molti ostacoli legati anche ai campanili ma intanto è nata la Confindustria del Veneto orientale che raggruppa le territoriali di Venezia, Treviso, padova e Rovigo. Marchi, veneto doc, nato a Sernaglia nel 1956, sposato con la veneziana Emanuela Seguso, da cui ha avuto quattro figli, sa bene che mancano tasselli importanti come Vicenza, Verona e Trento ma proprio la cordata editoriale potrebbe essere un punto di svolta per favorire l’aggregazione di una Confindustria del Nordest, la prima d’Italia.