Te lo immagini, lui, ieri un mezzo “discolo” (chiedete a Gigi Delneri, ai tempi della A…), oggi capoallenatore del Sarasota Metropolis, campionato statunitense. Lui, che gli allenatori (qualche volta, mica sempre…) li faceva impazzire, “…perché ogni tanto mi si chiudeva la vena”, oggi è lì che non perde una virgola, di allenamenti, mercato, movimenti… Già, proprio strana la vita. Massimo Marazzina, vive da anni negli States, dove ha trovato una sua dimensione e uno spazio che in Italia sarebbe stato evidentemente più difficile.
Così, all’inizio del 2019, eccolo accettare la proposta del Sarasota Metropolis. Non è una squadra di prima grandezza nell’universo americano, “…ma si può lavorare bene e ho trovato idee chiare e la voglia di crescere”, disse quando accettò l’incarico. Il Sarasota Metropolis partecipa alla Lega Two, ma ha soldi e strutture per programmare un lavoro nel tempo. “Senza fretta, ma con obiettivi chiari”.
L’ultima volta che tornò in Italia, un paio d’anni fa, cercò contatti anche al Chievo, “…magari si può iniziare una collaborazione” disse Marazzina, che seguiva una scuola calcio . “Negli Stati Uniti è tutto diverso” spiegò. “Il calcio non è il primo sport e non c’è ovviamente la tensione esasperata del calcio italiano. E’ tutta un’altra storia e me la sto godendo. Non so se tornerò, per ora sto bene dove sono e dove posso lavorare come piace a me”. Così parlò Massimo Marazzina, “capoallenatore” del Sarasota Metropolis. Chi l’avrebbe detto?