E arriva la conferma: la questione urbanistica sul futuro della Marangona e la sua infrastrutturazione sta diventando un tema rovente che mette a rischio la maggioranza del sindaco Damiano Tommasi e la stessa Giunta.
Il destino di quest’area da un milione e mezzo di quadrati non sta facendo arrabbiare solo gli ambientalisti non è una questione “del solito Massignan” come dice chi vorrebbe sminuire la vicenda.
Qui ci si gioca il futuro dell’amministrazione comunale.
Perché? perché oggi pomeriggio è arrivata una presa di posizione ufficiale della Sinistra italiana e Sinistra in Comune, vale a dire la forza politica che esprime in Giunta l’assessore Michele Bertucco il quale, forte del suo passato ambientalista, continua a portare avanti le sue battaglie, come nel caso delle deroghe per gli hotel in centro storico di cui non si parla più.
E sulla Marangona la nota ufficiale firmata da Luca Perini per Sinistra Italiana e per In Comune per Verona da Jessica Cugini e Michele Bertucco parla senza mezzi termini di “pericolo cementificazione”.E quindi “serve il coraggio di immaginare il futuro oltre il cemento”, si legge nella nota che arriva dopo l’incontro tra sindaco Damiano Tommasi, assessora all’Urbanistica Barbara Bissoli e i rappresentanti di Wwf, Legambiente e Italia Nostra.
“In queste ore, in particolare, i riflettori sono accesi sulla accelerazione prodotta dallo svolgimento della Conferenza dei servizi e dalla firma dell’accordo di programma da parte di Comune, Provincia e Consorzio Zai. Siamo arrivati, dunque, al momento decisivo, e crediamo sia necessario e opportuno, in questa fase che precede la seduta del Consiglio comunale, tenere un momento di ampia ed approfondita discussione in città. Il Consiglio e la Giunta sono i luoghi centrali in cui svolgere, senza riserve o posizioni precostituite, questa discussione. Inoltre, le associazioni ambientaliste si sono espresse con ampie e dettagliate criticità rispetto al progetto e le loro istanze devono essere tenute in considerazione nelle scelte”.
Perini, Cugini e Bertucco ricordano che “secondo i più aggiornati dati Ispra, Verona è la seconda provincia per consumo di suolo in Veneto che, a sua volta, è la seconda Regione in Italia in questa speciale classifica. Come noto, cemento significa impermeabilizzazione del terreno, e dunque una maggiore vulnerabilità rispetto agli eventi atmosferici sempre più estremi che caratterizzano il nostro presente e il nostro futuro. Ignorarlo sarebbe colpevole: qualunque progetto e qualunque discussione sulla Città devono partire dal bilancio ambientale delle scelte che si intendono compiere”.
“Recuperare le aree dismesse e parco”
Le promesse di un settore per l’innovazione e la ricerca non convincono: “Nell‘unico dei cinque settori in cui è suddivisa l’area della Marangona nel quale si può da subito operare, corte Alberti, saranno realizzati magazzini tradizionali. Altro che innovazione! Nell’accordo di programma proposto dal Consorzio Zai la costruzione di nuovi magazzini sull’area Alberti viene definita di interesse della Zai, partecipata da tre enti pubblici (Comune, Provincia e Camera di Commercio), e del Comune di Verona senza spiegare perché, dal momento che si tratta di normali magazzini di terzi privati. Per le altre aree della Marangona, nella scheda tecnica urbanistica mancano precisazioni: l’effetto complessivo dell’operazione sarà, dunque, quello di accrescere la discrezionalità del Consorzio Zai, guidato da Gasparato, consegnando di fatto nelle sue mani l’area della Marangona e consentendogli di cementificare a volontà anche senza innovazioni, come ha fatto finora”.
“Il Consorzio ZAI, del resto, oggi assomiglia a una società immobiliare, peraltro dai costi di struttura elevatissimi (a partire dai compensi ai consiglieri), lontana dai suoi compiti e dallo sviluppo delle attività produttive nell’interesse della città”.Quindi l’operazione della Marangona prospettata finora viene definita come “una maxioperazione di cementificazione per cui si valutino davvero le alternative, a partire dal recupero delle aree già cementificate da riqualificare con attività più innovative per lo sviluppo della città, incentivandone la trasformazione, con un piano di ammodernamento sostenibile ed ecologico come già fatto in altri Paesi europei”.
Infine una esortazione: “Il compito di questa amministrazione di centrosinistra è quello di realizzare il programma di cambiamento e di alternativa in netta discontinuità rispetto al passato: il futuro della Marangona può e deve essere immaginato a partire dai bisogni di una Città soffocata dall’inquinamento e dal cemento.Come Sinistra Italiana e In Comune per Verona abbiamo avanzato l’ipotesi che in quell’area, nelrispetto della sua vocazione e della sua destinazione, si realizzi il primo grande parcoagro-urbano della Città, da mettere in rete con un sistema del verde, di assoluta necessità a Verona. Come Sinistra Italiana e lista civica abbiamo chiesto un incontro al sindaco perdiscutere di tutto questo: crediamo che la scelta migliore per la Città sia quella di utilizzare il tempo che ci porterà alla seduta del Consiglio comunale per ripensare a fondo questoprogetto e aprire una discussione vera con tutte le realtà coinvolte, in nome di quell’urbanistica partecipata su cui abbiamo vinto le elezioni”.
A questo punto, sulla Marangona è scontro aperto in Giunta. Come finirà? Basteranno le solite rassicurazioni pseudo-ambientaliste che non hanno convinto neppure Wwf, Legambiente e Italia Nostra? La Giunta Tommasi reggerà?