Mappa digitale dei dialetti del Nord Il progetto AlpiLinK vede in rete 5 atenei che documentano 18 varietà linguistiche

Una mappa interattiva open con migliaia di file audio, registrati dai cittadini, in 18 dialetti e lingue minoritarie darà vita alla più grande banca dati digitale mai realizzata dedicata allo studio, alla documentazione e alla ricerca sui dialetti e le varietà linguistiche con status di lingua minoritaria parlate nelle regioni del Nord Italia. Questo uno degli output più significativi attesi dal progetto AlpiLinK – Lingue Alpine in contatto, sviluppato dalle Università di Verona, Trento, Bolzano, Torino e Valle d’Aosta e finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca come progetto di ricerca di rilevante interesse nazionale. Il percorso, che si concluderà nel 2025, si pone l’obiettivo di offrire un contributo molto significativo alla conoscenza dei dialetti e rappresenta al tempo stesso l’occasione per sperimentare un nuovo modello partecipativo di ricerca, che fa leva sul coinvolgimento dal basso, in modalità crowdsourcing, dei cittadini dei territori oggetto del progetto, ma anche delle scuole e degli enti locali. Tutte le persone che parlano un dialetto possono infatti contribuire direttamente alla ricerca attraverso il sito di AlpiLinK – alpilink.it A- compilando in pochi minuti l’audio-sondaggio dedicato in cui viene proposto all’utente di utilizzare il proprio dialetto o la propria lingua per descrivere cosa accade in una scena o per tradurre le frasi o parole indicate.
Una “mappatura” che vede il contributo anche delle scuole, con percorsi di formazione rivolti ai docenti e incontri nelle classi con i ragazzi delle secondarie di secondo grado, poi coinvolti nella raccolta degli audio attraverso interviste rivolte in particolare ad anziani del proprio territorio di riferimento. Ben 23 le scuole fino ad ora coinvolte, per un totale di 559 studenti e 79 insegnanti.
Friulano, veneto, trentino, ladino, lombardo, piemontese, francoprovenzale, occitano, walser, cimbro, mòcheno, sappadino, saurano, timavese, tirolese, resiano, tedesco e sloveno della Val Canale: queste le varietà linguistiche, germaniche, romanze e slave, interessate dalla ricerca.
Ben 26 i ricercatori dei cinque atenei coinvolti nel progetto, coordinato da Stefan Rabanus, professore ordinario di Linguistica tedesca dell’Università di Verona, ente capofila. All’attività di raccolta dati e studio i ricercatori affiancano un’attività di divulgazione attraverso la partecipazione, nell’ambito del progetto, a seminari, workshop ed eventi pubblici dedicati al tema del multilinguismo. Sono 201mila le registrazioni raccolte al 31 dicembre 2023 dai due progetti grazie al contributo di 1731 persone da Valle D’Aosta, Piemonte, Lombardia, Veneto, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giul ia. Un suggestivo collage di suoni e di voci di persone di ogni età ed estrazione sociale. Si va dai dialetti più diffusi, come quelli veneti, alle lingue minoritarie conosciute ormai da un ristretto numero di persone come il saurano, parlato da 200 dei circa 400 attuali residenti nel comune di Sauris in provincia di Udine, e il mòcheno, lingua di un’isola linguistica germanica diffusa soltanto nei tre comuni trentini di Palù del Fersina, Fierozzo e Frassilongo.