Verona si ritrova al centro di una polemica internazionale a causa dei manifesti, tre metri per cinque, comparsi in giro per la città con un messaggio “La Russia non è il mio nemico” dal sapore provocatoriamente putiniano. Sono già fioccate le interrogazioni in Parlamento. E a quanto pare l’intelligence sarebbe pronta ad indagare autori e finanziatori. Che si sono subito fatti vivi per spiegare l’iniziativa. “Apprendiamo (ma senza stupore) che, sulla questione dei manifesti “La Russia NON è il mio nemico!” potrebbe intervenire addirittura il Copasir – dicono Francesca Menin e Maurizio Cutolo di Verona per la Libertà – non siamo nemmeno stupiti dell’interrogazione parlamentare presentata dalla deputata Lia Quartapelle e delle domande poste in essere alla Commissione Europea dal parlamentare francese Glucksmann “sulla pericolosità delle campagne pro-Russia che rendono l’Italia non conforme all’attuazione e all’applicazione delle sanzioni dell’Ue nei confronti della Russia…” e ancora se si “intenda adottare misure per porre fine a queste azioni”. Un giorno tali parlamentari ci spiegheranno quali leggi abbiamo violato. Questa campagna di affissione, che porta un chiaro messaggio di pace, è partita da Verona, realizzata da Verona per la Libertà e da Sindacato Libero attraverso una raccolta fondi a cui hanno aderito tanti cittadini che sono contro la guerra della Nato verso la Russia, che vede come prima vittima sacrificale il Popolo Ucraino e in secondo luogo le condizioni economiche degli stati e dei Cittadini Europei. Il Copasir – aggiungono – avrebbe ben poco da indagare: siamo noi e siamo qui; liberi cittadini che si sono autofinanziati per esprimere la loro opinione, come consentito dalle leggi della Repubblica Italiana. Ma il fatto che ci siano interrogazioni parlamentari di questo tipo, ci fa sorgere dei dubbi sulla “democrazia” che viene tirata in ballo quotidianamente dai politici”. Nella polemica si è subito fiondato il consigliere regionale Stefano Valdegamberi “L’iniziativa – ha detto – è partita da alcuni amici a Verona, convinti che le scelte che l’Europa sta facendo siano, non solo incoerenti con lo spirito della nostra Costituzione, ma anche autolesioniste per il nostro Paese. Mi auto-denuncio: sono tra i primi finanziatori e ideatori dell’iniziativa; anch’io ho messo a disposizione qualche centinaio di euro tolti dalla mia famiglia per il bene del Paese. E’ vietato fare questo? Non c’è più libertà di pensiero, di opinione, di manifestazione in Italia? Siamo anche noi come in Ucraina dove la democrazia occidentale che decantiamo ha abolito la libertà di stampa, di manifestazione; ha abolito 11 partiti, le elezioni, la libertà religiosa? Finiamola con la morale “ad convenientiam”“.