C’è tutto Mandorlini, in quello che racconta. Dall’Inter (“…ero interista da sempre, era un sogno che si avverava”) all’Hellas. Dall’estasi all’ amarezza, tra felicità e nostalgia a volte, il confine è davvero sottilissimo.
“E pensare – racconta – che i primi due anni di Inter sono stati durissimi. Appena toccavo palla la gente fischiava e i giornalisti mi riempivano di 4 e di 5. Ma ho tenuto duro, le cose sono cambiate”.
Oggi aspetta una chiamata, “…perchè star fuori a guardare è durissima” ammette. “Io ci sto malissimo, come sono duri da accettare gli esoneri. Stai lì a chiederti come mai, se potevi fare di più, diversamente. E non hai risposte…”.
Durissimo è stato il distacco dal Verona. “Forse avevo pensato che durasse per sempre, ma il calcio è così. Potevo andar via dopo due anni, quando stavamo facendo cose straordinarie, 100 punti in due stagioni.Ma ha prevalso il cuore, ho deciso di restare perchè Verona era una storia diversa da tutte le altre. E sono felice di averlo fatto. Qualche volta nel calcio devono vincere anche i sentimenti…”