Mamma ho perso l’aereo… Lo scalo veronese resta chiuso. Lega&Pd, il Catullo mette discordia Tra Pd e Lega è scontro sul Catullo che resta ancora chiuso E come arbitri, abili a mettere pace, ecco Sboarina e Arena

Il Catullo accende il dibattito politico. La decisione del Ministero di non aprire lo scalo di Verona ha acceso gli animi e non sono mancate, in questi giorni, frecciate e controfrecciate, come non succedeva dai tempi precoronavirus.
Ha cominciato la Lega, con Fontana, Valbusa e Comencini, che nell’immediato del provvedimento, hanno elevato vibranti proteste.
“Grave l’assenza dell’aeroporto Catullo dagli scali che potranno riprendere operatività. Ci chiediamo le ragioni di questa scelta, poiché l’aeroporto di Villafranca è strategico per la sua posizione, per l’intero Paese e fondamentale in un momento in cui il Veneto chiede di poter ripartire in sicurezza” aveva detto l’onorevole Fontana.
Immediata la replica del Pd, arrivata addirittura da tre “fuochi”. “Temo che i colleghi della Lega Fontana, Valbusa e Comencini abbiamo preso un granchio e farebbero bene, prima di muovere accuse a vanvera, fare le adeguate verifiche” aveva replicato Alessia Rotta. “L’aeroporto Catullo di Verona è ancora chiuso non per l’ostinazione della ministra De Micheli ma perché, semplicemente, la società Save – che lo gestisce – non ha fatto richiesta per la sua riapertura. È quindi a Save, all’Ad Marchi e al presidente Arena che i deputati leghisti dovrebbero rivolgere la loro protesta e non al ministro dei Trasporti.
E’ molto probabile che il management Save abbia valutato che non fosse economicamente conveniente o sostenibile la riapertura del Catullo in presenza di uno scarsissimo traffico interno e internazionale, specie di charter, che sono le caratteristiche essenziali dello scalo veronese.
Al netto di questa valutazione, i parlamentari leghisti hanno fatto l’ennesima “figurina”. Era molto meglio tacere”, ha concluso la parlamentare veronese.
Anche il senatore D’Arienzo era intervenuto: “Comprendo la sollecitazione a favore dell’aeroporto di Verona, ma la natura strumentale della polemica nonché l’assenza di un approfondimento, hanno offuscato il senso del tema.
Lo scalo è stato chiuso in un momento in cui la mobilità era totalmente sospesa e tenerlo aperto significava affrontare costi inutili. Negli aeroporti aperti il tema dell’equilibrio tra domanda e offerta è rilevante e molte attività, nonché le linee offerte, non corrispondono alle spese sostenute. A Venezia, ad esempio, il calo è del -98,5%. Il Catullo, se riaprisse, reggerebbe in casi simili?”.
Infine, anche Bertucco, consigliere comunale, aveva osservato che “…la Lega invece di protestare dovrebbe prendersela con se stessa, visto che ha sempre avallato le procedure scelte in questi anni, che noi abbiamo anche considerate fuorilegge”.
In serata, era stato lo stesso sindaco Sboarina a chiarire i vari aspetti della vicenda: “Il nostro scalo non è mai stato chiuso – ha concluso il sindaco -. È sempre rimasto operativo per quanto riguarda voli di Stato, umanitari e cargo. Il nodo cruciale, in questo momento, è la ripresa dei voli commerciali. Ne ho parlato anche con il presidente Arena, finchè le persone non si possono spostare da una regione all’altra, e non si effettuano voli, per l’aeroporto riaprire significa solo sostenere dei costi. Il vero problema ora è far ripartire la mobilità e il turismo, rimettendo in funzione le compagnie aeree e ripristinando i collegamenti”.

Arena sicuro: “Aprirlo ora non ha senso”

Anche il presidente dell’aeroporto, Paolo Arena, si mostra perfettamente in linea col sindaco Sboarina, avallando quindi la decisione del Ministero, rispetto alla chiusura dello scalo veronese: “Il decreto del Ministero dei Trasporti – ha spiegato Arena – vale fino al 18 maggio e dunque, noi cerchiamo di essere prontim per quella data, in cui dovremmo riaprire con i voli commerciali e con una situazione tornata quasi alla normalità. Però, tutto questo dipende sempre dall’andamento della curva epidemiologica, da come procederà la fase 2, dalla fiducia che i viaggiatori nel frattempo dovranno ritrovare”.
Nessun problema politico, dunque e Arena tiene a sottolinearlo. “Assolutamente no, semmai è un problema di gestione oculata, che in questo momento non ci sarebbe. Il Catullo aperto, in questa situazione, implicherebbe costi enormi, soldi letteralmente buttati dalla finestra. Oggi non c’è richiesta, non c’è traffico, non solo per noi. Che senso avrebbe riaprirlo, quando anche a livello internazionale non c’è richiesta? Sarebbe uno spreco”.