Il maltempo non concede tregua: ancora piogge insistenti, temperature anomale e località colpite da grandine. Oltre alle perdite importanti per i seminativi, in particolare per il mais, gli agricoltori segnalano importanti problemi fitopatologici che possono compromettere le produzioni di ortaggi e frutta. In particolare, danni alla frutta di stagione come le ciliegie.
Maltempo, danni alle ciliegie: il bilancio della Cia
“A causa del maltempo ci sono agricoltori nell’Est Veronese che stimano una perdita fino all’80% delle ciliegie precoci – sottolinea Andrea Garonzi, vicepresidente di Cia – Agricoltori Italiani Verona -, ma anche le medie, in raccolta adesso, sono almeno per il 50% spaccate. E ciò vuol dire che in buona parte finiranno nello scarto. Per le tardive, al momento, il fenomeno del cracking si stima attorno al 5%, ma se continuerà a piovere non si salveranno neanche loro.
Il problema è che, in generale, la qualità non è ottimale: a causa della mancanza del sole il colore dei frutti è pallido e anche le pezzature non sono ideali. Tutto questo mentre dalla Spagna cominciano ad arrivare ciliegie belle, di colore rosso vivo, che, oltre a farci concorrenza, stanno spingendo i prezzi verso il basso”.
Per quanto riguarda i seminativi, si calcola che le intense piogge e l’assenza di giornate di sole abbiano portato ad una perdita stimata in due mesi di produzione del cereale.
“Grossi problemi ci sono sia per chi aveva iniziato la semina, ma anche per chi stava per effettuare il primo raccolto – spiega Garonzi -. Chi deve ancora seminare è impossibilitato a entrare nel terreno, fradicio d’acqua, mentre chi ha seminato si trova ad affrontare gli attacchi fungini e il marciume, che provocano la moria delle piante. Nelle piante sopravvissute, infine, la qualità è bassa a causa dello stress idrico. Di conseguenza il valore economico si abbassa. Danni notevoli anche per il fieno, dato che è andato perso il primo raccolto di foraggere e parti stabili, con la conseguenza che mancherà prodotto per gli allevamenti. Questo si tradurrà in maggiori costi per gli allevatori, che dovranno trovare prodotti alternativi per l’alimentazione”.
Le previsioni per i prossimi giorni
Le previsioni meteo per i prossimi giorni non sono clementi, dato che sono previste piogge almeno fino alla prima metà di giugno.
“Andare a seminare mais a giugno, quando negli altri anni le semine finivano al massimo verso la fine di aprile, fa capire il grado di emergenza per il settore”, conclude Garonzi.
Allarme maltempo anche da Confagricoltura
“È stato un mese di piovosità anomala, che ha causato grande sofferenza al mais, soprattutto dove ci sono stati allagamenti – spiega Alberto De Togni, presidente di Confagricoltura Verona -. In alcune zone i danni sono ingenti, con probabili perdite di produzione. In altre il quadro è a macchia di leopardo: c’è chi ha seminato molto presto e si è salvato, chi ha seminato tardi e ha perso tutto, con asfissia radicale delle piante. Ora tutte le semine sono in ritardo, a causa delle piogge, compresa quella della soia. Però voglio essere ottimista e sperare che, se il tempo si mette a posto, si possa cercare di recuperare il gap. Per le foraggere abbiamo perso tutto il primo raccolto per la produzione di fieno, con peggioramento della qualità. Come quantità, tuttavia, ci auguriamo di riuscire a recuperare”.
Per le ciliegie, invece, la situazione è già in gran parte compromessa. “A causa del maltempo abbiamo perso la maggior parte delle precoci – dice Francesca Aldegheri, presidente dei frutticoltori di Confagricoltura Verona –, ma speravamo che il tempo si aggiustasse come era accaduto lo scorso anno. Invece altri quindici giorni di pioggia, uniti a sbalzi di temperatura e grandine, hanno guastato anche le varietà medie, condanni del 50-60%. Quindi una produzione che sarà quantitativamente scarsa, con una raccolta molto più difficoltosa e laboriosa a causa del certosino lavoro di selezione. Quindi costi più elevati rispetto alle annate normali, a fronte di quantitativi ridotti. Pare che da mercoledì il tempo migliori e si apra una fase di stabilità. Speriamo che sia davvero così, perché ci sono ancora molte varietà da raccogliere e perché il caldo e il sole possono anche spingere i consumi”.