“Il maltempo è tornato a colpire il Veneto, con alcuni danni registrati nelle province di Vicenza e Treviso. Ma è soprattutto nel territorio di Verona che si sono concentrati gli effetti dei forti venti, della tanta pioggia e di alcune scariche di grandine. Sono numerosi gli alberi abbattuti, i danni alle coltivazioni, gli allagamenti e i danneggiamenti a tetti e coperture. Lo Stato di Emergenza regionale sarà esteso ai territori colpiti. I rilievi dei danni saranno inseriti nelle relazioni inviate a Roma per le richieste dello Stato di Emergenza Nazionale e lo stato di calamità per il settore agricolo. Ringrazio tutti i soccorritori e i tecnici impegnati in questo weekend ed esprimo la mia vicinanza a chi ha dovuto, nell’arco di poche giornate, affrontare nuovamente il maltempo”.
Sono le parole del presidente della Regione Veneto Luca Zaia, dopo le forti manifestazioni metereologiche che hanno interessato il Veneto nella nottata.
Si registrano oltre 100 richieste d’intervento ai Vigili del Fuoco e alla Protezione civile. I comuni maggiormente interessati – ma il censimento è in corso – sono al momento Verona, Negrar, Sona, Bussolengo, Sommacampagna, Pescantina, San Pietro in Cariano, Brendola, Arcugnano, Altavilla vicentina, Longare, Vicenza, Nando, Montegalda, Montegaldella, Grisignano di Zocco.
E come sempre avviene in questi casi il mondo politico si è diviso “All’indomani della eccezionale grandinata che ha spazzato una parte importante del Veneto il presidente della Regione Luca Zaia – ha detto Anna Maria Bigon, consigliera regionale Pd – si è affrettato a rassicurare sui risarcimenti, ma i conti non tornano e il timore tra i cittadini che hanno subito ingenti danni ad autoveicoli, tetti di case e imprese, pannelli solari, è di dover affrontare l’ennesimo calvario burocratico ed i tempi lunghi delle pratiche di risarcimento. La prima stima dei danni – ha aggiunto – da parte della Regione ammontava a 100 milioni di euro, ma nel Veronese l’entità dei danni sarebbe almeno del doppio (solo a Peschiera del Garda ci sarebbero 10 mila cittadini colpiti) e sulla Riviera del Brenta circolano stime attorno ai 400 milioni di euro. Posto che i cittadini veronesi e veneti non attenderanno certo i tempi lunghi della Regione per rimettersi in piedi, è necessario evitare che il dramma si trasformi nell’ennesima passerella politica di promesse mancate. Come Pd chiediamo quindi alla Regione Veneto percorsi chiari e tempi certi. Chiediamo inoltre – conclude – che vengano progettate e attuate le misure di transizione ecologica utili ad affrontare i nuovi scenari meteorologici inclini a fenomeni violenti e distruttivi. Diversamente da tanti suoi colleghi di partito o di coalizione, Zaia non può essere tacciato di negazionismo climatico, ma la politica della sua giunta continua ad essere pervicacemente contraria ai principi della transizione ecologica, puntando sul cemento e sul consumo di suolo nel campo delle politiche urbanistiche, sull’asfalto in materia di Trasporti e Mobilità e zero innovazione tecnologica sul lato del sostegno alle imprese”.
Sul fronte di Palazzo Barbieri da registrare l’attacco del deputato di Fratelli d’Italia Marco Padovani che si dice stupefatto per le dichiarazione dell’assessore Benini in tema di verde e di pulizia delle caditoi. “Quando la passata amministrazione varava un nuovo regolamento del verde e puliva 40 mila caditoie lui si legava agli alberti urlando allo scempio”.