Maltempo, ancora allerta rossa. Adige in piena ma Verona fuori dalla stanza dei bottoni L’allarme diffuso dalla Protezione Civile Regionale fino a domani per Adige, Garda e Lessinia. Piogge intense e venti forti. Ponte Nuovo chiuso ad auto e pedoni per riparare i danni. Il sindaco Tommasi: “Anche Verona deve decidere per lo scolmatore”

Verona 02/11/2023 eventi meteorologici ponte Nuovo, assessori Benini e Ferrari con protezione civile, genio etc. eventi meteorologici Photo Giorgio Marchiori

Non è possibile che per aprire lo scolmatore Adige-Garda quando il fiume è in piena e abbassare così il livello della portata che arriva in città Verona non abbia voce in capitolo. O non sia nella stanza dei bottoni. Può chiedere, sperando che l’invocazione arrivi a segno. Qualcosa va rivisto in questo meccanismo, ha detto anche il sindaco Damiano Tommasi ieri sera guardando l’impalcatura di Ponte Nuovo danneggiata dai tronchi scesi con la piena dell’Adige. E la galleria che scarica parte dell’acqua del fiume nel Garda è stata aperta solo alle 17,30 dopo che il via libera dalla Provincia di Trento era stato dato alle 11 della mattina.
E così continua lo stato di allerta per la piena dell’Adige che da giorni sta portando enormi masse d’acqua con tronchi e materiale di ogni tipo che possono creare danni ai ponti, non ultimo il Ponte Nuovo dove l’eterno cantiere per la riparazione della struttura è stato colpito dal legname con problemi all’impalcatura presa in pieno dalle acque.
Questa mattina il livello del fiume era leggermente calato e i vigili del fuoco ne hanno approfittato per rimuovere subito alcuni tronchi rimasti incastrati sotto l’impalcatura, per cui il Ponte Nuovo è stato chiuso al traffico di veicoli e pedoni. Su Ponte Nuovo sono anche stati posizionati dei mezzi d’opera necessari a fronteggiare una nuova piena e a garantire interventi rapidi in caso di tronchi che dovessero nuovamente arrivare da nord. Per realizzare tale operazione viene smontata una parte della recinzione di cantiere e pertanto il ponte rimarrà chiuso a veicoli e pedoni fino a cessate esigenze.
Dalle 13.30 la Ztl è stata aperta e dalle 14 di oggi la Protezione Civile con le associazioni della Consulta del volontariato ha istituito un presidio fisso con torri-faro per illuminare la struttura anche di notte.
Quando sarà passata l’emergenza si dovranno anche fare i conti dei danni al cantiere, che già è in ritardo sulla tabella di marcia e rischia ora di dilatare ulteriormente i tempi per il tempo che sarà necessario al ripristino dell’area di lavoro. Nel pomeriggio le piogge si sono intensificate e in serata è previsto che la portata dell’Adige torni a crescere, per cui continua il monitoraggio della Protezione civile e dei Vigili del fuoco.

Tommasi: “Serve una linea diretta”

Questa mattina si è anche riunita l’Unità di Crisi regionale per l’assunzione di eventuali provvedimenti da assumersi con carattere di urgenza. “Siamo operativi, seguendo con attenzione l’evolversi della perturbazione: si invita sin d’ora a non sostare, nelle fasi culminanti dell’evento, presso corsi d’acqua o nei locali”, dice lì’assessore regionale alla Protezione civile Gianpaolo Bottacin.
Ma per quanto riguarda Verona le ore dell’emergenza hanno messo in luce l’importanza della galleria-scolmatore Adige-Garda che consente di far defluire una consistente parte delle acque del fiume nel lago, abbassando così il livello e salvare i Comuni a valle di Trento. La polemica però è forte: perché Verona non ha voce in capitolo, visto che è la città più importante a valle del Trentino e quindi può avere danni enormi da una piena eccessiva?
Per decidere l’apertura di questo scolmatore è prevista una cabina di regìa con la Provincia di Trento, la Regione Lombardia, la Regione Veneto e l’Autorità interregionale del bacino del Po. Poi si devono consultare i Comuni trentini e la Comunità del Garda. Il protocollo prevede che si apra lo scolmatore quando il livello del fiume arriva a +5 metri al ponte di San Lorenzo in Trentino.
La Provincia di Trento aveva dato l’ok per l’apertura dello scolmatore alle 11 di mattina, poi in realtà è stata aperta alle 17,30 quando a Verona già alle 16,30 i tronchi avevano fatto danni a Ponte Nuovo. Perché Verona non è nella stanza dei bottoni della galleria Adige-Garda? Perché non ha voce in capitolo?
Domande che, con grande diplomazia, sono state poste dal sindaco Damiano Tommasi ieri sera: “Se c’è qualcosa da migliorare ritengo riguardi il ruolo che la città di Verona deve avere nel processo decisionale di apertura della galleria del Garda, dove ieri si sono verificate delle criticità. Un’opera che è nata anche per salvaguardare Verona in caso di piena dell’Adige e che quindi richiederebbe un assoluto allineamento in tempo reale attraverso l’istituzione di una linea di comunicazione diretta con il nostro Comune, proprio per evitare o limitare il più possibile i danni. Come è successo ieri sera con l’impalcatura del ponte Nuovo”. Ma questo sta diventando un tema politico molto caldo, tanto che dalla sponda di Verona Domani arriva un attacco all’assessora alla sicurezza Stefania Zivelonghi.

Piogge e forte vento, allarme rosso per Adige, Garda e tutta la Lessinia. Preoccupano le criticità idrogeologica e idraulica dei nostri bacini, Alpone compreso. E intanto l’ingegner Zandomeneghi (Verona Domani) attacca l’assessora Zivelonghi

Le critiche sono dell’ingegnere Marco Zandomeneghi, già consigliere comunale di Verona Domani: “L’assessore Zivelonghi ha comunicato alla stampa di essere venuta a conoscenza dell’apertura della Galleria dalla conferenza stampa fatta dalla Provincia di Trento, e ha scoperto, solamente a fatto compiuto, del ritardo nell’apertura della stessa per far defluire le acque dell’Adige. Domanda così se – è possibile che l’assessore con delega alla sicurezza del Comune di Verona, in contatto con la protezione civile, non si sia posta il problema di fare una telefonata e accertarsi dell’evoluzione della questione?. E ancora – È possibile che l’assessore alla sicurezza non sia in contatto con nessun ente e vada a lamentarsi di ciò con la stampa?. Ci chiediamo se Zivelonghi si stia rendendo conto che ha in mano la sicurezza di più di 260 mila abitanti e, per quanto ci riguarda, non può basarsi sulle notizie apprese dalla stampa. Il suo compito era quello di fare telefonate e restare in continuo aggiornamento e fare tutto il possibile per scongiurare problemi relativi al passaggio della piena. Il Comune di Verona non ha il potere di decidere l’apertura dello scolmatore, ma deve fare tutto il possibile per la gestione della sicurezza della Città. Zivelonghi si dimostra ancora una volta un assessore passivo, senza contatti, con esperienza nulla che mette a repentaglio l’incolumità di migliaia di veronesi”.
Chiosa infine: “L’assessore non si è resa conto che un ritardo di questo tipo avrebbe potuto innescare una tragedia. Migliaia di cittadini sarebbero potuti finire sott’acqua, penso alle zone di lungadige San Giorgio e piazza Isolo. Questa mancanza di attenzioni, da parte di Zivelonghi, è gravissima”.
L’ALLARME REGIONALE. E nel pomeriggio la Protezione Civile regionale, per criticità idrogeologica, ha dichiarato la fase operativa di “Allarme” (Rossa) dalle 14 di oggi fino alle 00 del 4 novembre nei bacini idrografici VENE-A Alto Piave (BL), VENE H Piave Pedemontano (BL – TV), VENE B Alto Brenta-Bacchiglione-Alpone (VI – BL -TV–VR), VENE-C Adige-Garda e Monti Lessini (VR). Per la stessa criticità e negl stessi orari e stata dichiarata la fase operativa di “Preallarme” (Arancione) nei restanti bacini. Preallarme per la criticità idraulica.