In occasione della Giornata mondiale delle Malattie Tropicali Neglette (NTDs), che ricorre il 30 gennaio, gli esperti dell’IRCCS per Malattie Infettive e Tropicali Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, dal 2014 centro collaboratore OMS proprio per queste patologie, richiamano l’attenzione sull’importanza di migliorare la conoscenza, la sorveglianza e la gestione. L’IRCCS di Negrar è, infatti, centro di eccellenza nella ricerca, diagnosi e cura di queste malattie e prevede percorsi clinici assistenziali specifici non facilmente reperibili altrove in Italia, frutto di anni di esperienza.
“A livello globale sono quasi 1,7 miliardi le persone che richiedono interventi sanitari per queste malattie, con più di mezzo milione di morti l’anno. Circa 4000-5000 le persone colpite nel nostro Paese dove, in particolare la dengue, secondo i dati della sorveglianza dell’Istituto Superiore di Sanità, ha fatto registrare nel 2023 il record europeo per casi autoctoni”, spiega Federico Gobbi, direttore del Dipartimento di Malattie infettive e tropicali dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona) e professore associato di malattie infettive all’università di Brescia. “La diffusione delle ‘neglette’ è sottostimata e in continua crescita, non solo a livello globale, ma anche da noi – sottolinea –. L’Italia è un osservato speciale, complice il cambiamento climatico che ha determinato la diffusione della zanzara tigre su tutto il territorio nazionale. A destare preoccupazione – prosegue – è il rischio endemico di dengue e anche di chikungunya, i cui casi potrebbero aumentare con l’arrivo della primavera”. Nel 2023, in Italia sono stati 82 i casi autoctoni di dengue, la “febbre spaccaossa” e 280 quelli importati da viaggiatori tornati da luoghi in cui la malattia è endemica; 7 i casi di chikungunya; 600 i casi diagnosticati di malattia di Chagas dal 1998, e centinaia i positivi alla strongiloidosi, una forma di parassitosi, diffusa soprattutto tra gli over 65.