Centinaia di migliaia di interventi chirurgici rimandati, milioni di visite e accertamenti arretrati e da smaltire, screening e follow up bloccati o al rallentatore.
L’Italia uscita dal lockdown deve fare i conti con i danni collaterali del virus: per due mesi gli ospedali sono stati travolti dall’ondata e ridisegnati per far fronte all’emergenza, e molti malati di altre patologie, che certo non hanno smesso di colpire ai tempi del coronavirus, hanno sofferto le limitazioni imposte dalla situazione.A partire dai pazienti oncologici, per i quali ha lanciato l’allarme Lorenzo Spaggiari che dirige la chirurgia toracica allo Ieo, secondo il quale è stato un errore “folle” interrompere le visite.
I numeri parlano chiaro: un milione e 190mila pazienti colpiti da tumore in Italia sono in trattamento attivo, cioè devono essere sottoposti con regolarità a chemioterapia, radioterapia, immunoterapia e alle terapie mirate. Ma secondo un sondaggio promosso da un gruppo di associazioni il 36% dei pazienti ha lamentato la sospensione di esami e visite di follow-up. Un paziente su 5 ha segnalato la sospensione degli esami diagnostici, mentre solo un 3% riferisce lo stop delle cure.
Ora ovviamente sarà fondamentale tornare in fretta alla normalità, “per evitare che altri pazienti subiscano l’effetto coronavirus in maniera indiretta” dice il prof. Spaggiari.