Mali di stagione, si dirà. “Io sono soddisfatto, molto soddisfatto”, taglia corto Ivan Juric. Uno che le case è abituato a costruirle, giustamente, dalle fondamenta. E allora, dal suo punto di vista, quello di “geometra”, concreto e pragmatico, il Verona c’è. Cinque partite e 5 punti. Con soli 4 gol subiti. Ma anche, con soli 3 gol all’attivo. E, se vogliamo, è proprio questo l’unico dubbio che anima il “popolo dell’Hellas”: chi segnerà i gol per la salvezza? “Arriveremo anche lì” osserva Juric. “Quello che conta è avere un’identità, un’idea precisa e quella c’è. Il gol sarà solo una conseguenza”. Juric non sembra affatto turbato. Di Carmine lo ha soddisfatto: “Merita la serie A” dice sempre Juric. “E lo ha dimostrato a Torino con la Juve”. Stepinski lo ha voluto fortemente: “E’ l’attaccante che ci serve, lavora per la squadra, è generoso, ha le qualità per darci una grossa mano”. Certo, con l’Udinese ha avuto la chance per chiudere il match e non l’ha sfruttata a dovere. Del resto, va detto, Stepinski in questo senso è stata una grande scommessa: Setti l’ha pagato 5 milioni e mezzo di euro, valutando soprattutto la prospettiva che Stepinski gli offre. Sulla carta, ha fisico, testa, carattere, esperienza (già due anni di A) per ripagare la fiducia. E poi, c’è il terzo incomodo, cioè Giampaolo Pazzini, sul quale Juric non ha fatto sconti. “Per ora, non ha l’autonomia per giocare a questi livelli una partita intera. Quando l’avrà, lo terrò in considerazione”. Pazzini resta il jolly da giocarsi nel finale, la variabile impazzita. Juric non ha dubbi. “Il mal di gol passerà…”