La grandinata nel Basso Veronese delle scorse settimane è solo l’ultimo evento meteorologico di una stagione pesantemente condizionata dall’andamento climatico. A farne le spese sono stati il mais e la soia, che hanno risentito sia della grande siccità, sia delle tempeste improvvise e violente.
“Quest’estate ha piovuto molto poco – spiega Filippo Sussi, presidente del settore seminativi di Confagricoltura Verona – e, con i cambiamenti climatici di questi anni, quando piove poco fa molto caldo e quindi alluvioni e grandinate sono la conseguenza. Dove il maltempo si è accanito di più si prevedono cali produttivi consistenti del mais, che possono arrivare al 30-40 per cento di perdita dei raccolti. Non si tratta di un dato generale, ma riguardante alcune zone del territorio colpite dalla tempesta a macchia di leopardo. Chi ha avuto la possibilità di irrigare ed è stato risparmiato dalle grandinate potrà contare invece su una buona quantità e qualità, anche perché in questi anni sono stati raggiunti eccellenti risultati con l’agricoltura di precisione e conservativa. In questi giorni si sta trinciando il mais ceroso e tra poco si comincerà a trebbiare il mais da granella. Solo alla fine potremo fare i conti della stagione”.
Per quanto riguarda la soia, la raccolta comincerà a inizio ottobre e c’è attesa per capire il bilancio in termini quantitativi, sia alla luce della siccità, sia della presenza della cimice asiatica che in alcune zone è stata molto aggressiva. “Chi ha irrigato potrà contare su buoni raccolti, mentre chi non lo ha fatto dovrà aspettare per vedere quanto il cereale ha resistito alle alte temperature – osserva Sussi -. E bisogna mettere in conto anche le perdite dovute a grandine. In estate le quotazioni si sono chiuse a cifre molto alte, che hanno toccato i 70 euro al quintale, anche sulla spinta della grande richiesta da parte della Cina che ha ripreso ad acquistare soia a livello internazionale. La vera cartina di tornasole sarà però da ottobre a gennaio, quando ripartiranno le quotazioni e gli agricoltori avranno necessità di vendere la soia. È allora che i prezzi dovranno essere allettanti”.