E’ come sprofondato nel divano di casa. Luca Zaia, governatore del Veneto, a Vinitaly è il ritratto della soddisfazione: nello stand sotto il leone di San Marco incontra tutti, stringe mani, saluta amici, rilascia interviste, brinda con il prosecco, difende il suo Veneto, snocciola dati e risultati. Una festa, quasi come Fieracavalli, altra sua grande passione. Presidente, a Vinitaly lei presidia sempre il Veneto, c’è a tutte le ore… “Qui c’è la vetrina del mondo, tutti passano da qui: abbiamo buyers stranieri provenienti da 68 Paesi, tanti innovatori, sostenibilità, novità enologiche”. Un mondo che sta attirando tanti giovani… “I giovani in agricoltura pesano tanto, cresce a due cifre l’azienda giovane e per loro la sostenibilità è un pre requisito. Nella stragrande maggioranza dei casi parlano di biologico e cultura green”. Un Vinitaly che dimostra grande potenza in un momento difficile, in cui il vino è sotto attacco: dimostrazione di forza? “Questa è l’edizione del secolo, basti pensare che abbiamo raddoppiato i buyers stranieri, mille, 4 mila espositori, un’edizione unica. Buona frequentazione, grande business to business”. La presidente Meloni, i ministri Urso, Sangiuliano, Schillaci, tutto il governo è qui: un segnale di attenzione o altro? “A livello nazionale il mondo del vino vale 31 miliardi di euro e merita tutta l’attenzione da parte di chi ci governa”. Quest’anno come detto dal presidente Bricolo e dall’ad Danese il Vinitaly ha dovuto cambiare passo, trasformarsi e rinnovarsi di fronte a un mercato che dopo la pandemia è cambiato profondamente… “Sì, è una Fiera che ha saputo negli anni cambiare pelle, trasformarsi da una festa di popolo a un grande business”. Ogni regione ormai fa il suo salone sul proprio territorio… “Sì ma noi con Vinitaly dobbiamo indicare la via. Penso di aver avuto qualche responsabilità su questo cambio di passo e il fatto che non si faccia la cena di gala, che l’inaugurazione sia più compressa, che ci sia più rispetto per chi viene qui a fare business molto internazionale, tutto questo va nella nuova direzione. Faccio il mio plauso a Bricolo, Danese e a tutti quelli che lavorano a Vinitaly per questa edizione”. Presidente, Vinitaly andrà mai via da Verona? “Questo non si discute. Piuttosto che si perda una tradizione è meglio che si bruci un paese: proverbio veneto…” (mb)
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