Magenta, giardino botanico ma serve a relazioni sociali Il parco è un valore per tutto il territorio. L’area che un tempo era degradata è diventata un bell’esempio di biodiversità in città

Giardino botanico, ricreazione, relax, cultura, bookcrossing, musichette nell’aria, cuscini e coperte.  In sintesi, un luogo per amanti della natura e del giardinaggio, un luogo in cui leggere un libro all’ombra di un albero o organizzare eventi. Il Giardino Magenta, parco pubblico gestito dall’Associazione A.V.S.A. Il Trifoglio è un’area verde nel Comune di Villafranca. Come sottolineano Roberto Ciccarelli, Presidente, e Laura Tarantino, Vicepresidente dell’associazione, il Parco è un valore per tutto il territorio, non solo per l’aspetto naturalistico e salutare, ma anche per gli aspetti relazionali e sociali. Il Giardino organizza visite guidate ed eventi durante tutto l’anno, ed è aperto a proposte di gruppi informali, scuole o Associazioni del territorio.
Come è nata la vostra realtà? 
Per iniziativa di un gruppo di cittadini che collaborarono con il Comune in occasione della realizzazione del percorso lungo il Tione nel 1992-93. Nacque l’Associazione Volontari Salvaguardia Ambientale (A.V.S.A). Era necessario trovare una sede e fu individuata con l’Amministrazione dell’epoca questa area di Via Magenta pressoché abbandonata. Con un lungo impegno e passione dei nostri volontari, dopo 30 anni l’area degradata è diventata un bell’esempio di biodiversità in città.
Qual è la mission dell’associazione? 
La mission è sfaccettata. Tra i vari obiettivi che perseguiamo: offrire alla cittadinanza un luogo in cui poter assaporare ed osservare la Natura in tranquillità; sviluppare la biodiversità in città, dimostrando che è possibile anche in spazi ristretti; fare didattica per scuole; realizzare il “CineMagenta” estivo ed offrire opportunità ad altre associazioni per nuovi progetti sociali/didattici/naturalistici.
Su quale territorio operate? 
All’interno del Giardino Magenta, occasionalmente presso scuole o in feste del volontariato.
Avete in cantiere progetti di cui vorreste parlare in particolare? 
Certo, intendiamo continuare a sviluppare l’area delle erbe officinali, del prato fiorito, dell’orto seminaturale. Vogliamo, inoltre, ripristinare la vasca-stagno.
Mi racconta una “storia virtuosa” sorta grazie al contributo della vostra realtà? 
Nella nostra area, anche se piccola, è possibile osservare da vicino il significato di “biodiversità”, cosa rara in ambienti urbani. Da molti anni accogliamo gli alunni delle classi elementari del territorio per una lezione didattica “sul campo”. Da qualche anno, in occasione della festa degli alberi, consegnamo gratuitamente piantine del nostro vivaio.
Di che tipo di supporto avete maggiore bisogno? 
Della certezza di avere in Convenzione l’area dal Comune per periodi lunghi, almeno quinquennali. Inoltre, sarebbe apprezzato un incremento del piccolo contributo economico da parte dell’amministrazione comunale.
Cosa vi augurate dal futuro per la vostra realtà?  
Ci auguriamo di riuscire a richiamare l’interesse di nuovi volontari e di giovani che possano proseguire il lavoro iniziato quasi trent’anni fa.

Stefania Tessari
(puntata numero 22)