Undici giocatori schierati in mezzo al campo durante l’intervallo di una partita di calcio, mentre gli avversari si trovano negli spogliatoi, non s’era mai visto prima. Teatro della scena la sfida tra Lazio e Verona, disputata nella capitale domenica 14 aprile 1974. Tutto questo succede quando l’arbitro
Giunti di Arezzo decide di mandare le due squadre al riposo, con i gialloblù incredibilmente in
vantaggio per 2 a 1.
Il risultato è decisamente inaspettato. Dopo il vantaggio biancoceleste, giunto su una sfortunata
autorete di Bet, la porta del povero Mario Giacomi diventa praticamente un tiro al bersaglio. Ci
provano un po’ tutti: Chinaglia, Garlaschelli, Nanni e D’Amico, ma l’imprecisione, la sfortuna e
anche la bravura del portiere gialloblù hanno la meglio. Chi gioisce, invece, è la formazione di
Giancarlo Cadè che trova il gol nelle uniche due volte nelle quali si fa vedere dalle parti di Felice Pulici. Il pareggio è opera di Zigoni mentre la rete che ribalta il risultato arriva su un’altra incredibile autorete che vede questa volta protagonista il difensore laziale Giancarlo Oddi.
Sembra la classica partita stregata. Il mondo crolla addosso ai padroni di casa che si avviano al
riposo in preda a chissà
quali cattivi pensieri. Nello spogliatoio biancoceleste il silenzio è
assordante. Mancano cinque giornate al termine del campionato e quel risultato rischia di
compromettere la corsa verso il primo scudetto della storia del Club.
Ma prima che ansia e
preoccupazione prendano il sopravvento nella testa di Chinaglia & c., a sparigliare le carte ci pensa Tommaso Maestrelli, illuminato e visionario condottiero di quella banda di folli. Il tecnico, in barba a qualsiasi consuetudine, ordina ai suoi di fare subito rientro in campo in attesa di riprendere la gara.
Quella mossa, inaspettata e lontana da qualsiasi immaginazione, si dimostra incredibilmente
vincente. Lo stadio, stupito e attonito, capisce la difficoltà del momento, iniziando a incitare i propri beniamini, con l’obiettivo di scatenare la voglia di rimonta.
La decisione di Maestrelli e il sostegno del pubblico diventano un mix esplosivo che accende la miccia in grado di inn scare la tanto
attesa reazione. Dopo pochi minuti arriva il pareggio di Garlaschelli mentre Franco Nanni – solo omonimo del Franco gialloblù – e Chinaglia, chiudono i conti nell’ultimo quarto d’ora, fissando il punteggio finale sul 4 a 2.
La grande paura era passata e con quel successo la “Banda Maestrelli” – così era chiamata quella squadra – fece un passo decisivo verso la vittoria del campionato. I gialloblù, invece, nonostante la sconfitta, sarebbero comunque riusciti a conquistare l’ennesima sofferta salvezza. Non sapevano,
però, che dietro l’angolo c’era la CAF che, a causa della famosa telefonata di Clerici a Saverio Garonzi, li avrebbe spediti in B senza passare dal via.
Enrico Brigi