E’ il Prosecco Dop (+11% di export) a spingere il fatturato del vino sul mercato inglese: 800 i milioni di euro nel 2019 mentre al secondo posto tra i prodotti agroalimentari italiani più venduti in Gran Bretagna c’è l’ortofrutta fresca e trasformata come i derivati del pomodoro con 250 milioni di euro. Rilevante è anche il ruolo della pasta, dei formaggi e dell’olio d’oliva. Il flusso di Grana Padano e Parmigiano Reggiano, l’anno scorso ha superato il valore di 100 milioni di euro. Secondo Coldiretti senza senza accordo sulle regole con l’Unione Europea, il Regno Unito rischia di diventare il porto franco del falso Made in Italy in Europa per la mancata tutela giuridica dei marchi dei prodotti italiani a indicazioni geografica e di qualità (Dop/Igp) che rappresentano circa il 30% sul totale dell’export agroalimentare tricolore. A sottolinearlo è anche Antonio Tajani, presidente della commissione Affari Costituzionali del Parlamento Europeo, che nel suo intervento nella plenaria a Strasburgo ha detto che l’UK “Non può rientrare nel mercato unico come un cavallo di Troia, senza rispettare regole e standard”. Il pericolo che l’Inghilterra diventi un porto franco per l’italian sounding c’è tutto. Il valore del tarocco è di 100 miliardi e tra i maggiori contraffattori ci sono gli Usa, il Canada e l’Australia che fanno parte del Commonwealth.