“Ma Zaia, perchè ora non interviene?” “Ha il potere di adottare misure più restrittive, non basta dire “siamo maglia nera”

Cara redazione,
scrivo questa mia lettera, dopo aver visto il vostro servizio di ieri, in prima pagina, relativo alla grave situazione che sta vivendo Verona, non molto diversa, tra l’altro da quella delle altre città del Veneto. Leggo dappertutto, ma nessuno ha il coraggio di dirlo forte (voi siete stati i primi) che Verona rischia il collasso, che le terapie intensive sono zeppe, che medici e infermieri non ce la fanno più. E mi domando: perchè il presidente della Regione Zaia, altre volte così deciso nelle scelte da fare, oggi si limita a parlare? Non basta dire “siamo zona gialla, ma è stato il Governo a darci questo colore”. Lui ha il potere di adottare misure più forti. Lo faccia. O teme, forse, di perdere consensi? Qui è in ballo la salute, non il consenso popolare.
Grazie per l’attenzione,
Federico,Verona

Caro Federico,
intanto grazie per la lettera, che ci dà modo di tornare su un argomento al quale abbiamo dedicato molto spazio con una presa di posizione netta, ribadita oggi.
Noi la pensiamo esattamente come lei e come, credo, la stragrande maggioranza dei cittadini veronesi. Verona vive un momento delicatissimo, con numeri che ne hanno fatto, purtroppo, la “maglia nera” della Regione, primato che avremmo volentieri evitato.
Abbiamo situazioni insostenibili, pazienti che stanno ore al Pronto soccorso, che vengono trasferiti (addirittura) a Belluno. Medici e personale allo stremo, con situazioni drammatiche, orari impossibili, in condizioni che sono davvero al limite della sopportazione.
In tutto questo quadro, s’inserisce la posizione del Governatore Zaia, che da giorni ripete gli stessi concetti, senza tuttavia intervenire.
L’abbiamo detto ieri, lo ripetiamo oggi, a costo di scontentare chi ancora non ha capito il rischio che corriamo. Servono misure forti, nette, scelte drastiche. Adesso, subito, non tra dieci giorni. Quando, nel frattempo, ci saranno stati altre centinaia di assembramenti, di “assalti alla diligenza”, del resto facilmente prevedibili.
Se dobbiamo soffrire facciamolo ora, subito, se questo è l’unico modo per impedire al virus di tornare più forte a metà gennaio.
E non serve, qui, rifugiarsi nell’alibi del Governo e di un colore, in questo caso il giallo, che non si sa come è stato attribuito al Veneto. Dove è vero che vengono “processati più tamponi” ma dove (e qui sta il punto) le terapie intensive sono full.
Cosa aspettiamo? Per questo abbiamo deciso di uscire allo scoperto, anche per vedere, se possibile di smuovere le acque stagnanti. Vediamo se qualcuno si aggrega, vediamo se c’è un modo di reagire a una deriva che sembra inarrestabile. In realtà, ma lo diciamo piano, la sensazione èche qualcosa si stia muovendo e che Zaia mediti un intervento dei suoi, di quelli che, nella prima fase, l’avevano proiettato in copertina, col “modello Veneto” e tutto il resto. Oggi, il “modello Veneto” non c’è più. Niente vergogna, serve solo coraggio. R.Tom.