Ma la città e in particolare il suo centro storico che comprende la città antica, San Zeno e Veronetta, hanno un destino segnato che vedrà il proliferare di alberghi e residenze turistiche con palazzi dove saranno sempre più i B&B e sempre meno gli inquilini o c’è la possibilità che tornino i residenti ad abitare questi quartieri?
Il punto è delicatissimo per tutte le città d’arte come la nostra che si stanno riempiendo di servizi e esercizi commerciali rivolti ai turisti e per contro si stanno desertificando di residenti e negozi di prossimità, necessari a chi vive nei centri storici. Una tendenza che insegue il profitto generato dai flussi turistici ma che alla fine impoverisce la città. Su questo tema si innesta il problema dell’emergenza casa: sempre più immobili destinati alle locazioni turistiche significa sempre meno appartamenti disponibili sul mercato degli affitti. E i prezzi di conseguenza per quei pochi alloggi in affitto schizzano alle stelle. Un tema che trova sensibilità diverse, per non dire divisioni, anche nella maggioranza di centrosinistra di Palazzo Barbieri dove da una parte si guarda con favore a nuovi alberghi nel centro storico, dall’altro si sottolinea l’emergenza casa e la necessità di politiche sociali rivolte alle fasce deboli cercando di rimettere sul mercato gli appartamenti vuoti.
La presa di posizione di Sinistra Italiana, per esempio, componente della maggioranza che sostiene il sindaco Tommasi, è molto chiara e articolata sulle politiche che dovrebbe seguire l’Agec, l’azienda comunale che gestisce l’edilizia popolare.
E non chiede che Agec venda le farmacie come invece aveva proposto qualche settimana fa il Pd, alleato di governo. Anche qui insomma le differenze non mancano.
Così come avevamo sottolineato la presa di posizione di Sinistra Italiana contro l’accordo di pace per Arena Extra. Insomma, Bertucco e compagni iniziano a smarcarsi?
Dice l’analisi di Sinistra Italiana (che in Comune esprime l’assessore Michele Bertucco e la consigliera Jessica Cugini) che “nel Comune di Verona, secondo un’indagine di OpenPolis, ci sono 21mila abitazioni sfitte, prevalentemente private, ossia il 15% del totale. Le domande presentate in occasione dell’ultimo bando Erp (Edilizia residenziale pubblica) ammontano a circa 1.500, mentre lo sfitto di Agec si attesta sulle 560 unità abitative: è un dato, quest’ultimo, che va letto come una “media” e non come una “fotografia statica”, poiché negli appartamenti Agec vi è un continuo ricambio di inquilini con l’esigenza di ristrutturare gli appartamenti tra un’assegnazione e l’altra”.
Viene quindi sollecitata “la risoluzione dell’emergenza abitativa in Città, che continuiamo a ritenere una delle più centrali priorità”, e alla quale “Agec può oggi contribuire, al netto della “rotazione”, con circa 300 immobili: una cifra significativa ma pur sempre insufficiente ad evadere la ben più elevata domanda complessiva”.
Premesso questo, “è evidente, dunque, che la risoluzione dei problemi legati alla casa interroga in primo luogo Comune, Regione e Governo, con politiche che siano adeguate ad una emergenza socialmente diffusa ma anche con un chiari impegni programmatici”.
Stop al Pd: Agec non venda le farmacie
Di certo, l’analisi dei conti di Agec è lo spunto per prefigurare un piano di recupero.
“L’area Patrimonio, ad esempio, ha il segno meno in bilancio, passivo che fotografa gli investimenti nella ristrutturazione di appartamenti per aumentare il numero di quelli messi a disposizione della cittadinanza. La prima priorità su cui Agec si sta concentrando è proprio questa: ottimo sarà se il Comune potrà utilizzare – come molti auspicano – con l’avanzo del prossimo bilancio alcune risorse a questo scopo per intervenire nell’immediatezza. Meglio ancora se ci sarà la volontà di pianificare delle risorse precise per il 2024-2026: questo permetterebbe una miglior programmazione degli interventi includendo, ad esempio, un piano di assunzione del personale”.
Ma il problema grave è adesso. “Resta necessaria ed urgente la definizione di una programmazione di questi interventi nel corso dei prossimi anni. Agec, lo ricordiamo, è un ente strumentale del Comune, da cui dipende in tutto e per tutto. Per prima cosa è bene che il Comune metta Agec nelle migliori condizioni di operare, con il rispetto e l’adeguamento, ad esempio, a partire del contratto di servizio per la
ristorazione scolastica: l’area Mense è, infatti, una di quelle in cui i numeri evidenziano le maggiori difficoltà. Si tratta, in questo caso, di un “segno meno” non virtuoso poiché rischia di intaccare l’efficacia delle prioritarie politiche sulla casa, sviando risorse importanti. Servono risorse certe, da concordare e pianificare sin da ora, per una strategia a lungo termine condivisa tra Comune e Agec”.
Dove recuperare le risorse per finanziare Agec? Nella risposta di Sinistra Italiana c’è una frecciata all’alleato di maggioranz,a il Pd: “Di certo sarebbe controproducente, oltre che politicamente errato, attardarsi a discutere della vendita di uno degli asset aziendali che produce utili, ossia le farmacie. Da un punto di vista meramente economico, infatti, si tratta di un’area che negli ultimi anni ha visto crescere il proprio utile, anche tenendo conto degli oneri di un mutuo “scellerato” acceso al tempo della Giunta Tosi. La vendita delle farmacie, peraltro, oggi sarebbe tecnicamente impossibile, viste le condizioni dello stesso contratto di mutuo”.
La proposta doi vendere le farmacie era stata lanciata dall’assessore Pd Federico Benini, poi ripresa dalla segreteria del suo partito ma respinta in aula dallo stesso sindaco Tommasi che prese le distanze dall’idea del suo assessore..
E Sinistra Italiana rincara: “Ma quel che più stupisce, nella tenacia con cui questa opzione nel caso verrebbe nelle varie forme riproposta, è che possa essere giudicata positivamente un’operazione di privatizzazione di un presidio territoriale e sociale importante per la città…”
“Sistemare gli alloggi, servono risorse”
…con una scarsa considerazione, peraltro, delle sorti dei circa sessanta lavoratori e lavoratrici attualmente impiegati/e”.
Il documento di analisi di Sinistra Italiana su Agec, la cui presidente Anita Viviani fa parte di questa area politica, punta comunque al rilancio dell’azienda comunale.
“Agec ha correttamente individuato le relative priorità cittadine (i riatti degli appartamenti da mettere a disposizione della cittadinanza), ma da sola non basta per risolvere un problema che ha dimensioni
ben più vaste”.
Dimensioni che difficilmente possono però essere affrontate con le sole forze del Comune.
“Quel che è certo, in ogni caso, è che dopo anni in cui le precedenti Amministrazioni di centrodestra l’hanno considerato come il bancomat del Comune, ora la massima attenzione va posta sul fatto che questa azienda sia messa nelle migliori condizioni, con chiare scelte di indirizzo, per poter operare per il bene della città”.
Il punto che emerge è sostanzialmente legato alle risorse se si vuole affrontare e risolvere davvero il problema della casa sotto due profili almeno.
Il primo è dare una risposta abitativa alle fasce sociali più deboli, che rischiano di scivolare nella povertà se giàù non lo sono, che devono fare i conti con gli sfratti e con l’assenza di un vero mercato dell’affitto.
In secondo luogo, la politica per la casa dovrebbe anche portare a una ripresa delle residenze abitative e non turistiche o ricettive in centro storico dove sono rimasti appena 8 mila abitanti.
Per fare questo, secondo stime dle settore, sarebbe necessario ristrutturare qualche centinaio di alloggi con una spesa minima di 50 mila euro ciascuno. Non sarebbe il caso, dopo tanto dibattito sulle nomine, sullo statuto e sulla rappresentanza femminile, che il Comune coinvolgesse Fondazione Cariverona in un grande Piano casa, obiettivo che risponderebbe in pieno alla mission e ai valori dell’istituto di via Forti?