“Cara redazione, sono uno dei pochi abbonati del Chievo. Siamo pochi ma fedeli e in questo momento stiamo soffrendo per la situazione della squadra che non è certo entusiasmante. E’ vero che i play off sono a pochi punti (anche la promozione diretta, lo è…), ma è altrettanto vero che anche la zona calda è a un passo. E le ultime partite non hanno chiarito i dubbi. Anzi. Io sono stato un grande ammiratore di Marcolini giocatore e sono convinto che possa diventare un grande allenatore. Ma temo, oggi, che non sia l’uomo più adatto per riportare il Chievo in serie A. Voi che ne pensate?”
“POCHI MA BUONI”
Caro lettore, lei tocca parecchi punti interessanti, che cerchiamo di analizzare. Intanto, una premessa. Il campionato è tutto da giocare. Basta un filotto al momento giusto, per quel colpo d’ala che finora è sempre mancato. Dunque, senza lasciarsi prendere dall’entusiasmo (non è il caso) non si deve neppure esagerare con la critica. Se vogliamo essere onesti, e dobbiamo esserlo, finora il campionato del Chievo è stato “senza infamia e senza lode”, potremmo dire così, no? Cose buone e altre molto meno, ma soprattutto quella mancanza di continuità, di personalità, di sicurezza che di solito hanno le squadre destinate a un grande futuro. Detto questo, va ricordato anche, come già fatto, che la squadra era stata costruita con grandi sforzi, senza la possibilità di veri investimenti, vista la situazione economica della società. Il fatto stesso che a gennaio non sia arrivato quell’attaccante che Marcolini aspettava, la dice lunga sulle anemiche casse societarie. E veniamo a Marcolini. Ha tutto per essere l’uomo giusto. Stile Chievo, carattere, senso di appartenenza, umiltà, preparazione. Però, adesso, tocca a lui trovare la chiave del rebus. Finora, diciamolo, non gli è riuscito del tutto e troppe partite (vedi anche Pisa) hanno lasciato l’amaro in bocca. Sembra spesso che Marcolini sia a un passo dal trovare la soluzione, ma ancora non gli riesca. In questo piccolo rebus sta la risposta: dove finirà il Chievo?