“Ma è giusto che Cobello resti dov’è?” "Nell'elenco delle sospensioni manca il nome di chi guida l'azienda, nominato da Zaia"

“È incredibile come solo dopo un anno e mezzo di analisi e in seguito alla battaglia legale avviata da una mamma, si sia fatto chiarezza sui tragici episodi che hanno coinvolto l’Ospedale della Donna e del Bambino di Borgo Trento a Verona”.

Dichiara Cappelletti in merito alle vicende legate al batterio Citrobacter koseri, che dal 2017 ha causato, secondo la relazione stilata dalla Commissione di verifica, 91 soggetti positivi, 9 neonati con patologie invasive e 4 morti.“In tutto ciò, è inaccettabile che il governatore Luca Zaia parli della vicenda come di qualcosa che non lo riguardi e su cui non poteva avere alcuna possibilità di intervento. Non bastano le sospensioni operate dall’Azienda Ospedaliera del Direttore sanitario dell’Azienda Ospedaliera Bovo, del Direttore medico della struttura Ghirlanda e del primario di Pediatria Biban per poter continuare a nascondere le proprie colpe”.

“Il Presidente della Regione Veneto Zaia conosce bene Francesco Cobello perché agli albori della sua carriera politica, quand’era presidente della Provincia di Treviso, l’attuale direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona era il suo responsabile del bilancio, ed era annoverato tra i cosiddetti “Zaia boys” e fu sempre Luca Zaia insieme a Domenico Mantoan, il potente direttore della sanità veneta, a volerlo a capo dell’Azienda Ospedaliera di Verona strappandolo alla sanità del Friuli Venezia Giulia”, sottolinea Michele Bertucco.
“Com’è possibile che Cobello rimanga ora al suo posto?”.

“Dalla relazione sui fatti di Borgo Trento emerge un quadro sconcertante sotto tutti i punti di vista: carenze igienico-sanitarie gravissime per un periodo di tempo molto lungo. È inaccettabile per le famiglie ascoltare adesso il presidente del Veneto che afferma di aver saputo tutto dai giornali appena tre mesi fa”, sottolinea Anna Maria Bigon, consigliera regionale del Partito Democratico

“Ciò che è accaduto nel più grande punto nascite del Veneto ha messo in luce un’infezione che da anni ha colpito la nostra sanità: l’omertà.
Non più al centro i diritti del malato e i suoi bisogni ma i privilegi di una classe politica che nomina per controllare invece che per servire”, sostiene Elisa La Paglia, Pd. “Manca nell’elenco delle sospensioni dei giorni scorsi colui che dirigeva l’azienda ospedaliera e che è stato nominato direttamente da Zaia”, conclude l’esponente del Partico Democratico.