L’ampliamento dei posti letto nel reparto di cura 14-18 anni, una lista di attesa di 6-9 mesi per, già oggi, una quarantina di adolescenti e per le loro famiglie che cercano aiuto a Santa Giuliana, l’ospedale per la cura e la riabilitazione delle persone affette da disturbi psichici.
Ma senza fermarsi ai fatti eclatanti che arrivano poi sui giornali, legati a disturbi ormai della sfera psichiatrica, riguardo il mondo giovanile c’è un’emergenza sociale e una urgenza educativa che chiama in causa direttamente la comunità educante.
Paura, ansia, depressione, disagio… sono ormai termini del nostro intercalare quotidiano. Cosa sta succedendo ai nostri adolescenti?
Quanto li conosciamo, ne ri-conosciamo il disagio e quanto soprattutto siamo disposti ad accompagnarli, fianco a fianco, lasciando loro lo spazio di crescita di cui hanno bisogno?
Questo il tema che la cooperativa di educatori Hermete, da 20 anni impegnata a fianco dei giovani nella realizzazione di progetti che li vedano protagonisti, imprenditivi, destinatari della nostra fiducia e attenzione, ha voluto portare all’attenzione dell’opinione pubblica con un apposito corso di formazione per insegnanti ed educatori (Futura, giovedì 19 maggio, ore 17, Gabanel a Bussolengo), e anticipato questa mattina con una conferenza stampa in sala Rossa della Provincia. Con il presidente Simone Perina, la responsabile dell’area Nuove fragilità Marcella Esposito e Giulia Lonardi dell’area Giovani e lavoro, anche il contributo portato dal dott. Amedeo Bezzetto, responsabile dell’Area riabilitativa adolescenti dell’Ospedale di Santa Giuliana: “Senza educatori capaci – ha spiegato Bezzetto – lo sviluppo nell’età dell’adolescenza procede ispirato dal solo condizionamento ambientale e sociale, e realizzato attraverso il consumo. Esso diventa allora una ricerca senza meta se non la soddisfazione personale e la conferma sociale rapida, di facile accesso, poco attenta al fatto che possa essere duratura e stabile perché il tempo futuro non esiste, l’importante è il presente e poco più’’.
Tante, troppe, le richieste che arrivano oggi agli psicoterapeuti, quando – confessa a malincuore Bezzetto, c’è ormai da tamponare l’emergenza. Tante, tantissime le richieste d’aiuto anche delle famiglie, come confermano da Hermete.
Ma se l’emergenza Covid ha acuito la situazione, il disagio è solamente esploso con più evidenza. Bambini di 11, 12, 13 anni che già conoscono la depressione, che esprimono una violenza impressionante; giovani che si ritirano da scuola, non vogliono studiare, non vogliono lavorare.