In più di cento anni di storia del fumetto italiano, sono ormai innumerevoli i racconti e altrettanto innumerevoli i caratteri nati dal genio creativo dei nostri sceneggiatori e disegnatori. Pochi, però, sono quelli che hanno avuto la forza di imporsi nell’immaginario collettivo delle persone in modo tanto netto da uscire letteralmente dalle pagine a cui gli autori li avrebbero, forse, volentieri ancorati, in un gioco di eterna lotta fra l’artista e i suoi personaggi. Lupo Alberto, rientra sicuramente fra questi casi fenomenali. Fatto esordire da Silver, al secolo Guido Silvestri, nel 1973, inizialmente solo come uno dei comprimari della serie comics a strisce “La fattoria McKenzie”, già dall’anno successivo ne divenne il protagonista indiscusso e, al contempo, il personaggio più amato e carismatico di quelle narrazioni.
Alberto, lupo di colore azzurro, innamorato della gallina Marta, amico di Enrico La Talpa e tenuto sotto costante vigilanza dal guardiano canino della proprietà, Mosè, grazie alla mordace autoironia, al suo spirito inarrestabile e alla sua leggendaria sfortuna seppe conquistare sempre più il cuore dei fan e della critica e attorniarsi di un fascino magnetico che, come precedentemente ricordato, solo una cerchia molto ristretta di eletti rappresentanti della nona arte del Bel Paese ha saputo guadagnarsi. Le avventure divertenti e rocambolesche, le riflessioni esistenziali e i dialoghi taglienti, la sottile e quanto mai efficace critica sociale e politica hanno rappresentato gli ingredienti fondamentali in grado di garantire longevità e freschezza alle storie, attraverso il tempo.
Ed è proprio per questo motivo che, a distanza di cinquant’anni, la Fondazione Modena Arti Visive presso il Museo della Figurina ha deciso di dedicargli una mostra, inaugurata pochi giorni fa, in cui ad essere ripercorse, anche attraverso veri e propri oggetti da collezione, sono le tappe fondamentali della sua vita editoriale e non. In particolar modo, infatti, nel corso degli anni novanta e all’inizio degli anni duemila Lupo Alberto divenne simpatica e fissa presenza per bambini, adolescenti e adulti grazie a molte campagne pubblicitarie, a una serie animata trasmessa sulla Rai e al pressoché infinito e assai curato merchandising a lui ispirato: è d’obbligo ricordare fra tutti, i diari scolastici della collana LupOscar, le fruttate e gommose caramelle Gelco, i coloratissimi calendari con i consigli più strampalati e le frasi più iconiche del personaggio.
La mostra, di fatto un tributo alla memoria di Silvestri, resterà aperta fino alla fine del mese di Agosto: visitarla è anche un modo per ricordarci quanto la fantasia possa giocare un ruolo davvero dolce e offrire una divertente soluzione ai problemi, in quello che è un incontro/scontro tutto personale e quotidiano con le nostre vite.
Matteo Quaglia