Era un po’ strano, sì. Ma se esiste un portiere che non sia un po’ strano, forse non è un grande portiere, almeno così raccontavano i giornalisti di ieri…
Cristiano Lupatelli amava calcio e Harley Davidson, le basette alla moda e uno stile “un po’ così”. Però, sapeva parare. E ci mise niente a entrare nel cuore del Chievo. Il primo Chievo da A, quello che stupì l’Italia e non solo. Quello che lottò a lungo ai vertici. Quello che, spregiudicato e sbarazzino, se la giocò alla pari con tutti. Di quel Chievo, Lupatelli divenne presto un simbolo. Ragazzo d’oro, coraggioso, ironico, interpretava al top il calcio che voleva Delneri. E lo dimostrò subito. “Mi piace il 10, posso prenderlo?” disse in avvio di stagione. “Me l’avevano detto degli amici, prendi il 10” spiegò più avanti.
Memorabile la sua protesta con De Santis, in un Chievo-Juve, con 3 rigori per Madama. Al terzo si appoggiò al palo e allargò le braccia: “Il Lupo non ce la fa più” disse a Del Piero. Che, senza infierire, calciò un penalty “abbordabile”. Il Lupo la parò. Non fu l’unica parata per la quale passò alla storia del Chievo…