Lungo i sentieri delle fobie tra covid, immigrati e guerre Venerdì 26 gennaio al Teatro Astra di San Giovanni Lupatoto

Una prima volta che promette di essere travolgente. La scrittrice e performer romana Arianna Porcelli Safonov si prende il palcoscenico del Cinema Teatro Astra con il suo “Fiaba-fobia”, all’interno della 37^ rassegna Teatro San Giovanni “Sotto un’altra luce”.
Scritto e interpretato dalla stessa Porcelli Safonov, il monologo si addentra nei sentieri ombrosi della fobia. Che significa “paura”, e che include nella propria radice l’indoeuropeo -pat, che vuol dire percuotere, abbattere. Non un inizio promettente, per un monologo comico, ma proprio la risata è il linguaggio d’elezione per penetrare uno degli argomenti più attuali, impegnativi e meno discussi di questo momento storico: la paura come timone sociale.
“Sin dai tempi dell’ Uomo Nero, ogni anno viene prodotto un nuovo soggetto che dovrà farcela fare sotto. Quando ero piccola si doveva aver paura di Chernobyl, poi c’è stata la Mucca Pazza, l’arsenico nell’acqua, i testimoni di Geova. Poi sono arrivati i musulmani e dopo il 2001 se vedevi un arabo che avesse fatto la sciagurata scelta di comprarsi una cartella Invicta, eri in grado di allontanarti con un record da far piangere Usain Bolt. Dopodiché sono arrivati gli immigrati, ma ora non se li fila più nessuno perché ci sono il virus, la peste suina e, se non bastasse, una bella guerra”.
Fiaba-fobia è quindi una collana di racconti che indaga sulle fobie che accompagnano la nostra persona, a volte per tutta la vita, a volte più dei parenti.