Un lungo applauso ha accompagnato stamattina l’uscita del feretro dalla chiesa di Sant’Eufemia al termine delle esequie e dopo che le nipotine avevano appoggiato una rosa bianca sulla bara del nonno. E’ stato l’ultimo saluto a Enzo Erminero, il galantuomo della politica veronese, l’ultimo sindaco di una Dc che ormai era moribonda tra inchieste di Tangentopol e dissoluzione degli organismi dirigenti. Un politico di grande lucidità, mantenuta sino alla fine, generoso di consigli, attento e preciso nella lettura dei fatti e delle situazioni e degli equilibri cittadini, di grande memoria storica. Una enciclopedia vivente, come è stato definito.
Erminero si era spento nella sua abitazione la mattina del 26 novembre all’età di 92 anni. I funerali si sono celebrati questa mattina per dare il tempo alla figlia Elisa di rientrare con tutta la famiglia, merito e tre figli, dagli Stati Uniti dove lavora.
E a salutare l’amico Enzo c’era tutta la Verona della politica amministrativa cattolica, di centro e di centrosinistra, dal sindaco Damiano Tommasi all’ex sindaco Paolo Zanotto, da ex parlaentari ad assessori, dai protagonisti di Palazzo Barbieri negli anni Novanta e Duemila ai vertici degli enti.
“Enzo era la faccia pulita, nobile e colta della politica” ha ricordato l’ex deputato Dc Wilmo Ferrari, amico di sempre di Enzo Erminero che ne ha tracciato il profilo di uomo, di politico e di amministratore della cosa pubblica, più volte parlamentare e sottosegretario in vari Governi.
Nella Dc di allora i suoi punti di riferimento andavano da Aldo Moro (di cui era un esponente della componente interna al partito) ad Beniamino Andreatta: a Enzo piaceva mettere al primo posto il pensiero politico, al di là dell’azione che sarebbe stata conseguente.
“Fu l’ultimo sindaco della Dc di Verona e come si usava allora venne eletto dal Consiglio comunale; si mise a disposizione su richiesta di Renato Gozzi che venne richiamato alla segreteria del partito. Solo lui Enzo, grazie alla sua esperienza e alle sue capacità poteva superare la tempesta. Conosceva bene la città -ha proseguito Wilmo Ferrari- aveva ben chiaro lo scacchiere dei poteri di Verona, quelli finanziari, editoriali, economici, delle grandi famiglie, e aveva la capacità di metterli insieme per indirizzarli verso il bene comune. Poi venne il tempo della società civile che prese il sopravvento sulla politica, ma lui non gettò mai la spugna, aderendo prima al Partito popolare di Martinazzoli, restando poi il punto di riferimento dei cattolici democratici di qulla Dc che guardava a sinisgtra con grande lucidità e grande memoria. Ciao Enzo, il tuo posto è nel Pantheon dei padri nobili di Verona”, ha concluso Ferrari.
L’ex assessore Silvano Zavetti, presidente dell’associazione dei consiglieri emeriti è già al lavoro con la figlia Elisa Erminero per conservare la biglioteca di Enzo costituita da circa 5 mila libri.
Una delle tante testimonianze del grande affetto che circondava, come stamattina, la figura di Erminero.