Spettabile redazione,
vi scrivo, come ho già fatto in passato, sperando (cosa già successa) che voi riusciate a smuovere una situazione che ritengo assurda. Abito a Lugagnano, da un paio di mesi il mio medico di base è purtroppo ammalato (succede anche a loro…) e da un paio di mesi non si vede il sostituto. Così, se ti serve una ricetta, ci pensa la segretaria, che è, giusto dirlo, bravissima ed efficiente. Ma non è un medico… Per visite o altro, non c’è che da sperare di star bene. “Non si trova un sostituto” è la risposta che mi sono sentito dare più volte. E intanto, passano i mesi e non ti puoi neanche ammalare, altrimenti non hai il medico di base. E la Regione, non può far niente? E l’Ulss, non ha messi per intervenire? Come si fa a parlare di sanità al top se siamo a questo punto? Vi chiedo una risposta e un intervento presso le sedi competenti. Anche perchè questo di Lugagnano, non è di sicuro l’unico caso aperto in questo senso…
Un assiduo lettore
Caro lettore,
spiace dover cominciare dandole ragione al 100 per 100. Non è questo che voleva, però ce l’ha. E cominciamo col dire che segnaleremo alle sedi competenti questa, come altre analoghe situazioni di disagi non più sopportabili. In questo senso, va detto che ieri, su alcuni quotidiani, è apparsa la notizia che la Regione avrebbe sbloccato la situazione, “arruolando” anche specializzandi,proprio per colmare lacune evidenti. Speriamo che in qualche modo si riesca a trovare un rimedio, ma è giusto dire che da due anni a questa parte, dal via della pandemia, si è scoperta una “coperta” molto corta. E da due anni, almeno, si sente dire che “servono nuove assunzioni”, che “va sbloccato il numero chiuso a medicina”, eccetera eccetera…
In realtà, la situazione è questa. E come Lugagnano, nella nostra provincia, ci sono molti altri casi. Paesi senza il numero corretto di medici di base, difficoltà a trovare sostituti, situazione sanitaria ai limiti del sopportabile.
Quello che si chiede ora, a Regione e Ulss non è la bacchetta magica. Primo, chiaramente, programmare un futuro diverso, attraverso scelte politiche che tengano conto dell’accaduto.
Secondo, colmare le lacune, laddove si presentano. Non esiste che non ci sia un medico di base. E le persone anziane? E chi si ammala? Che fa, intasa il pronto soccorso? O si cura da solo?
Rimedi? Ci sono fiori di specialisti pagati per questo, non vogliamo insegnare niente a nessuno. Ma perchè non richiamare in servizio, come ai tempi della pandemia,i medici in pensione? Magari, non vedono l’ora di rimettersi il camice e dare una mano. Tra l’altro, spesso e volentieri, pensionati nel paese dove hanno lavorato per una vita. Impossibile? Ma nell’emergenza, niente dev’esserlo, soprattutto quando questa emergenza è (tutto sommato) provocata. E se è vero che non si trovano sostituti (vedi alla voce “programmare il futuro diverso”) troviamoli con l’”usato sicuro”.La gente non chiede miracoli, nè troppe parole. Ma se parliamo di sanità che funziona, lasciare un paese senza medico di base è una risposta deludente.