Cin cin, “vecchio” Luciano. Uno degli “eroi” della favola del Chievo, compie oggi 46 anni. Sembra impossibile, invecchia anche lui, irresistibile “freccia nera” di un tempo indimenticabile.
A proposito, spendiamo un sorriso, l’ha sempre fatto anche lui, ricordando i suoi primi anni in Italia, una carta d’identità “taroccata”, come il nome che stava sulla maglia numero 15: c’era scritto “Eriberto”, poi divenne Luciano e “…mi ritrovai più vecchio di 3 anni”, ha sempre raccontato.
Oggi, “Lucio” vive e corre in Brasile, gioca con gli Amatori, fa le maratone, è sempre in formissima e aspetta l’occasione per tornare in Italia, perchè la Clivense del suo amico Pellissier è una tentazione troppo forte.
D’altra parte, quelli come lui sono eterni bambini, che non smettono mai di giocare e sognare, inseguendo un pallone che poi resta una delle sue grandi passioni.
“Per questo accettai tutto quello che è successo” ha sempre detto. “Per inseguire un sogno, lasciare la miseria, aiutare la famiglia”. Per questo accettò l’avventura in Europa, in Italia, prima di arrivare al Chievo “e trovare un’altra famiglia”. Tempi belli, ancora più belli, oggi, quando ti prende la malinconia a ricordare che cosa è successo. Per questo, lui adesso, aspetta un’altra chiamata e non importa se non c’è più la serie A, ma solo la Terza categoria. “Sono in formissima” dice, avvertendo il presidente Pellissier e mister Allegretti. Prima o poi tornerà e quel giorno riprenderà a correre e a riempire i campi veronesi. Di gente e di sogni. Di corse e sorrisi. “Perchè il calcio è gioia” ha sempre detto. Intanto, auguri, “vecchio” Luciano…