Quando oramai trentasettenne sbarcò a Verona, dopo una stagione tutto sommato positiva con la maglia della Fiorentina, qualcuno storse lo stesso un po’ il naso. Nonostante l’illustre passato, Luca Toni poteva avere la classica aria di giocatore “bollito”, uno di quelli già sul viale del tramonto. L’attaccante modenese, nativo di Pavullo nel Frignano, si dimostrò invece il colpo più azzeccato di Sean Sogliano, alla sua prima esperienza sulla scrivania di direttore sportivo gialloblù. In tre campionati l’ex campione del Mondo portò all’orecchio destro la sua rotante mano per ben quarantotto volte, raggiungendo il punto più alto nella sua seconda stagione, quando arrivò a conquistare la testa della classifica cannonieri – primo gialloblù a riuscirci nell’ultracentenaria storia dell’Hellas Verona – condividendo l’incredibile traguardo con Mauro Icardi, centravanti dell’Inter ma, soprattutto, di ben quindici anni più giovane.
Una della pagine più belle della sua avventura gialloblù arrivò proprio in occasione di un’Udinese- Verona, giocata allo stadio Friuli – non si chiamava ancora Dacia Arena – e vinta dalla formazione gialloblù di Andrea Mandorlini con il punteggio di 2 a 1. Dopo il vantaggio firmato dal bianconero Di Natale, l’Hellas ribaltò il punteggio a proprio favore, pareggiando le sorti proprio con Toni e trovando la rete del successo con il greco Christodoulopoulos.
Vittoria a parte, la rete segnata da Toni, fu anche il suo gol numero 300 tra i professionisti. Un risultato che decisamente in pochi possono dire di aver raggiunto. Lo stesso centravanti gialloblù, felice per la vittoria, non fece segreto della grande emozione provata per l’importante traguardo raggiunto. «Ogni gol è speciale – disse ai microfoni di Sky Sport a fine match – se penso che sono partito da Modena, nella mia città in C1, andando poi in rete in Italia, in Germania con il Bayern Monaco e al Mondiale. Ho battuto record, vinto la Scarpa d’Oro. È stata una carriera stupenda e quindi dire un solo gol non è giusto, ce ne sono stati tanti di belli. Oggi sono sicuramente strafelice perché con questo gol ne ho fatti 300, ma soprattutto perché è servito a fare punti. Più che altro scherzavo con Di Natale perché ci siamo visti all’inizio del secondo tempo, ci siamo guardati e ci siamo detti che se facciamo ancora gol noi, forse è il caso che gli altri comincino a preoccuparsi”.
Verona, ironia della sorte, complice anche un dannato infortunio che lo tenne lontano dai campi di gioco per diverse settimane, rappresentò anche la parte conclusiva della sua carriera, che proprio sul terreno del Bentegodi, visse il suo atto finale in un Verona-Juve dove segnò il rigore della vittoria e il suo 157° gol in serie A. Da quel giorno, nella memoria gialloblù, Toni è diventato il “Vice-Sindaco”, dietro solo a un mostro sacro come Preben Elkjaer. E scusate se è poco.
Enrico Brigi