Nella partecipazione all’aumento di capitale di Unicredit la Fondazione Cariverona “ha sottoscritto tutta la quota che potevamo sottoscrivere”. Lo ha affermato il professor Alessandro Mazzucco, presidente di Cariverona, in occasione della presentazione del bilancio 2016. La Fondazione aveva il 2,73% di Unicredit, ha ceduto lo 0,50% sul mercato dopo l’annuncio dell’aumento di capitale e poi ha aderito all’offerta per il 73% della sua quota di competenza. “Non e’ stata una scelta al ribasso, abbiamo sottoscritto tutto quello che potevamo”, ha ribadito Mazzucco, spiegando con il direttore generale Giacomo Marino che la Fondazione non puo’ investire in un solo asset piu’ di un terzo del suo patrimonio e con Unicredit “ora siamo sull’orlo del 33%”. Tornando all’operazione, “e’ stata una manovra importante, dalla quale ci aspettiamo molto”, ha continuato, aggiungendo che “siamo fiduciosi che nel 2018 avremo di nuovo un dividendo”. Dopo l’adesione all’aumento di capitale UniCredit e l’investimento in Cattolica la liquidità disponibile è pari oggi a 160 milioni. Ma come ha spiegato Mazzucco, non è una fotografia, ma un “video in movimento.E’ un Mazzucco ottimista quello che si presenta con largo anticipo in conferenza stampa, insieme con il segretario generale Maurizio Ambrosi. Fondazione Cariverona ha chiuso il 2016 con un avanzo di esercizio di 9 milioni di euro, determinato da alcune poste straordinarie quali svalutazioni relative ad alcune immobilizzazioni e al portafoglio azionario. Il patrimonio netto contabile ammonta a 2 miliardi di euro, in calo del 9% rispetto all’anno precedente. La Fondazione ha realizzato erogazioni effettive per circa 64,8 milioni di euro e ha confermato gli impegni per le erogazioni del 2017 portandole a 43,3 milioni “grazie a una attenta gestione dei fondi istituzionali e alcune revisioni progettuali senza l’utilizzo del Fondo stabilizzazione”. “A ottobre abbiamo presentato un piano di erogazioni per il triennio di 120 milioni di euro, con il bilancio abbiamo potuto alzare quelle per il 2017 a 43,3 milioni di euro”, ha spiegato. La partecipazione in BancoBpm a fine esercizio è pari allo 0,417 ed è tuttora in portafoglio. Nel corso del 2016 la Fondazione ha aderito all’aumento di capitale proposto dal Banco Popolare per la sua quota di competenza, che è stata poi incrementata con acquisti sul mercato prima della fusione con Bpm. Intanto il Consiglio Generale ha preso atto delle dimissioni di don Gino Zampieri e l’interno della terna proposta dal Vescovo di Verona secondo lo Statuto della Fondazione, ha nominato consigliere monsignor Carlo Vinco.