“Se al comparire dei primi sintomi potessimo trattare con l’ossigeno ozono terapia tutti i pazienti Covid a domicilio, potremmo riaprire subito tutto, dai cinema alle palestre, fino alle scuole. Utilizzando questa pratica medica, che ha ottenuto il via libera dall’Istituto superiore di Sanita’, questo virus potrebbe essere curato a casa come una normale influenza e nel giro di una settimana/dieci giorni si guarirebbe. Occorrerebbe solo fare subito il tampone a chi manifesta i sintomi da Covid-19 e, in caso di positivita’, cercare un medico ‘attrezzato’ che conosca la tecnica e sia disponibile ad offrire un’assistenza domiciliare dalle tre alle cinque volte nell’arco di dieci/quindici giorni”.
Cosi’ il presidente della Societa’ Internazionale di Ossigeno OzonoTerapia, Marianno Franzini. “- prosegue Franzini- ma non cosi’ tanto da essere resistente all’azione antivirale dell’ozono. Per cui, se questa terapia viene utilizzata in tempo riesce a non far progredire l’attivita’ del virus,
negativizzandolo, e impedendogli cosi’ di raggiungere i polmoni e il sistema circolatorio. L’ossigeno ozono deve pero’
necessariamente basarsi su un accorgimento dei tempi, non si puo’ far aspettare un paziente 10 giorni, perche’ il virus altrimenti va avanti”.
Franzini ricorda quindi alcuni dati raccolti dalle varie strutture ospedaliere e contenuti in un report diffuso nei giorni scorsi: “Abbiamo preso come riferimento 40 pazienti- spiega- alcuni dei quali hanno seguito la terapia farmacologica abbinata all’ossigeno ozono terapia, mentre altri solo la normale terapia farmacologica. Ebbene, questo e’ quello che abbiamo notato nei pazienti sottoposti a ‘doppia’ terapia in una settimana: la glicemia, che il Coronavirus fa alzare immediatamente anche ai non diabetici, grazie all’ossigeno ozono terapia si e’ abbassata del 50%; la creatinina, importante per la funzionalita’ del rene, e’ migliorata del 60%; i linfociti, che indicano la nostra risposta anticorpale, e’ cresciuta del 100%; la PCR, proteina di fase acuta prodotta dal fegato e rilasciata a seguito di un’infiammazione, e’ diminuita del 50%; il D-Dimero, quel valore che indica la percentuale di avere una trombosi vascolare, e’ calato del 54%”.
“L’ossigeno ozono terapia, fa sapere inoltre Franzini, non
perde la sua efficacia neppure in quei pazienti ex Covid che
“dismessi dall’ospedale sono comunque affaticati e afflitti da
una stanchezza cronica- aggiunge- Anche in questo caso l’ossigeno l’ozono puo’ aiutarli nella ripresa di una normale attivita'”.
Ma se questa pratica medica fosse stata utilizzata fin dal principio dell’epidemia, probabilmente avrebbe evitato il ricovero di migliaia di pazienti nelle terapie intensive? “Non abbiamo la controprova perche’ di fatto l’ossigeno ozono terapia non e’ stata utilizzata da tutti e soprattutto da subito- risponde Franzini – ma credo che molti ricoveri si sarebbero potuti evitare”.