Prosegue la nostra indagine sulle grandi epidemie del passato, cause, origini, conseguenze, rimedi. Dopo aver esaminato nelle prima due uscite, il problema dell’origine divina, come nell’anticihità msi pensava e la dipendenza da animali, oggi affrontiamo il tema, l’origine della quarantena.
«Come concetto amministrativo sanitario consapevole risale alla Repubblica di Venezia e a quella di Ragusa (l’odierna Dubrovnik in Croazia). Quale conseguenza della peste iniziata negli anni 40 del XIV secolo. Alle navi non veniva dato il permesso di attraccare e gli equipaggi dovevano restare isolati, sotto controllo, fino alla risoluzione dei sintomi. Una misura che ai primi del ’400 sarà copiata da altre popolazioni, come i francesi a Marsiglia. Quarantena deriva dai quaranta giorni d’isolamento della nave con il proprio equipaggio».
Come non pensare alla Diamond Princess, la nave da crociera che è rimasta ormeggiata tra il 5 febbraio e il 2 marzo scorso nel porto giapponese di Yokohama?
A trasferire la quarantena anche sulla terraferma fu il medico siciliano Giovanni Filippo Ingrassia. Da consultore sanitario di una deputazione generale di pubblica salute, nel 1575 fronteggiò un’epidemia di peste a Palermo attuando una politica di rigido isolamento per evitare la diffusione del contagio. Tra l’altro scoraggiò tutti gli assembramenti, anche quelli per riti religiosi, e ordinò la separazione tra malati e convalescenti.
Con questi ultimi dimessi dall’isolamento soltanto dopo due mesi dalla scomparsa della febbre. Risultato: nel capoluogo siciliano le vittime
rifurono circa 3mila contro le 60mila di Venezia nello stesso anno.
Il caso inglese del 1600
Quasi un secolo dopo, nel 1665, anno della grande peste di Londra, la storia registra il «sacrificio» di un villaggio inglese, Eyam. Colpito da peste bubbonica causata da abiti infestati di pulci arrivati da Londra, vide i suoi abitanti mettersi in quarantena spontanea per 14 mesi affinché l’epidemia non si propagasse nelle località vicine. Su 350 residenti ne morirono quasi 260, ma i centri limitrofi furono quasi totalmente risparmiati dal contagio. Insomma, non c’è mai niente da inventare…