L’ordinanza di Zaia, tardiva e ambigua Lo dicono i sindacati della scuola: “I ritardi erano facilmente prevedibili, purtroppo”

“L’ordinanza del governatore Zaia che provvede a far slittare in avanti il “lockdown” per le scuole secondarie superiori fino al 31 gennaio è tardiva e ambigua: nei giorni scorsi è stato fatto un grande sforzo di coordinamento tra prefettura di Verona, ufficio scolastico regionale, provinciale e ATV per il piano di raccordo tra orario di inizio e termine attività didattiche e orario di servizio trasporto. Le incertezze sulla ripartenza delle scuole erano ampiamente prevedibili e andavano risolte per tempo introducendo misure aggiuntive che come Sindacato abbiamo ribadito al tavolo prefettizio del 4 gennaio delineando un “piano B” così articolato: un ulteriore sforzo per servire gli spostamenti degli studenti degli istituti tecnici professionali che provengono in buona misura dalla provincia e che con l’attuale modulazione degli orari rientrerebbero a casa a sera inoltrata; un sistema di condivisione delle emergenze che identifichi i focolai emergenti e la loro gravità; la verifica e l’eventuale aggiornamenti dei protocolli di sicurezza nei vari istituti; semplificazioni nella nomina dei supplenti”.
Così Beatrice Pellegrini, segretaria provinciale Flc Cgil Scuola.
Sul nuovo piano del potenziamento dei trasporti interviene Raffaello Fasoli segretario Filt Cgil Verona “L’ipotesi di ripartenza delle scuole al 7 gennaio poggiava su alcune ipotesi: ore di lezione da 50 minuti; orari l’ingresso e l’uscita variabili e scaglionati fra le 8.00 e le 9.30 e fra le 12.30 e le 16.30; rinforzo delle linee extraurbane con autobus Ncc privati per un totale di circa 70 mezzi; impiego di personale ausiliario esterno da agenzia per le operazioni di incarrozzamento visto che i mezzi possono viaggiare al 50% del carico. La nota stonata è che Verona sembra fare il contrario di quello che accade nel resto del Veneto dove si esce con tutto il servizio disponibile spostando i servizi dalle ore di morbida alle ore di necessità per poi affidare all’esterno ciò che non si riesce a gestire. Da noi invece si mantengono le frequenze prefestive del sabato con rinforzi all’occorrenza. Questo porta a mantenere in azienda uno strutturale esubero di personale che non viene impiegato. Inoltre non ci mette nelle condizioni di farci trovare pronti quanto la scuola ritornerà a pieno regime”.
Conclude il segretario generale della Camera del Lavoro Cgil Verona Stefano Facci: “Il Sindacato non nega gli sforzi che stanno facendo le aziende di trasporto, le aziende sanitarie e le scuole, constatiamo tuttavia che per mancanza di determinazione e forse anche di volontà politica, i piani predisposti e le azioni intraprese non riescono ad andare a decollare assicurando a tutti i nostri ragazzi il pieno diritto allo studio. È un anno che ci ripetiamo che dobbiamo imparare a convivere con il virus ed è tempo che questo proposito venga concretizzato a partire dalla scuola”.