Tutti uniti appassionatamente in conferenza stampa per affermare col petto pieno d’orgoglio che Sboarina non fa nulla e quel poco di buono che fa lo copia o da chi l’ha preceduto a Palazzo Barbieri o dalle attuali minoranze. Tutti tranne Michele Bertucco, ex Pd e consigliere di Verona e Sinistra in Comune, che evidentemente ha pensato che fosse imbarazzante fare fronte comune con chi in passato è stato il suo peggior nemico, ossia Flavio Tosi. Il quale però sembrava perfettamente a suo agio nell’esporre le proprie ragioni (che poi è solo una: io ero meglio di Sboarina) accanto ad Elisa La Paglia e Federico Benini del Pd e Marta Vanzetto dei Cinque Stelle. Assieme a loro l’onnipresente scudiero di Tosi, Alberto Bozza, e Paolo Meloni di Ama Verona in rappresentanza di Patrizia Bisinella, che pare totalmente sparita dalla scena politica. Tutti tenevano in mano il disegno di una manina per prendere in giro «chi si appropria dei progetti degli altri», ossia secondo loro l’attuale sindaco, ma così facendo la rappresentante dei Cinque Stelle non si è nemmeno resa conto di prendere in giro il vicepremier Luigi Di Maio, che per colpa della “manina” misteriosa che avrebbe modificato all’ultimo e a sua insaputa il decreto fiscale inserendo il condono per gli evasori ha fatto ridere tutta Italia. Ma tant’è. Le opposizioni, o meglio l’opposizione nizzarda, ha citato come esempi di plagio la proposta riguardante le start up in Arsenale, le cabine blindate per gli autisti dei bus, il ripristino delle statue degli “Strachi” su ponte Garibaldi, il regolamento sul verde pubblico. Tutte cose, dicono, che Sboarina prima avrebbe rifiutato e poi fatto sue approvandole. Per il capogruppo grillino Alessandro Gennari «il Consiglio si riunisce su proposte delle minoranze, mentre la giunta non produce nulla». Il sindaco ha replicato alla bizzarra conferenza stampa dicendo che «finalmente l’opposizione ha avuto uno scatto d’orgoglio. Peccato» ha aggiunto «che sia venuto su roba di poco conto. Le minoranze si preoccupano del ponte degli Strachi e delle start up dell’Arsenale, noi facciamo 3 milioni di asfaltature, la variante alla Statale 12, il restauro dell’Arena e il filobus». Sboarina ha poi definito «un’Armata Brancaleone» il gruppetto di consiglieri comunali coalizzato contro di lui e ha sottolineato «il successo dell’estate in Arena, la presenza del Giro d’Italia il prossimo anno, la candidatura all’Adunata degli Alpini del 2020, il bando per lo stadio nuovo, «il rilancio del Camploy con Celentano». Ad onor del vero alcune di queste cose potrebbero essere accostate anche alle precedenti amministrazioni. E sulla diminutio alle questioni del ponte degli Strachi e delle start up in Arsenale saranno contenti i comitati cittadini che per pura passione vi hanno dedicato e vi dedicano parecchio tempo. Contro questa opposizione pressoché inesistente e oltremodo livorosa (su quest’ultimo aspetto Sboarina ha ragione da vendere) però la risposta – pur non congegnata alla perfezione, diciamo così – basta e avanza. Se questo è il tentativo di mettere in difficoltà un’amministrazione che poggia sulla Lega, primo partito italiano ormai per distacco, allora il primo cittadino dorma pure sonni tranquilli fino al 2022. Branca, Branca, Branca…