Nell’ultracentenaria storia dell’Hellas, le sfide al ‘Bentegodi’ contro la Juventus non sono mai state partite normali. «Con la Juve – amano ripetere i tifosi gialloblù – succede sempre qualcosa». Fu così anche domenica 20 marzo 1977, in occasione della 21esima giornata del campionato di serie A. La formazione gialloblù, guidata da Zio “Uccio” Valcareggi, si affidava all’esperienza di capitan Mascetti e all’estro innato e altrettanto imprevedibile di Gianfranco Zigoni e Carlo Petrini.
I bianconeri, allenati da Carlo Parola – quello della famosa rovesciata diventata logo immortale delle figurine Panini – contavano campioni del calibro di Zoff, Bettega e Boninsegna, tanto per citarne alcuni.
BONINSEGNA, PERICOLO PUBBLICO La marcatura dell’ex attaccante dell’Inter fu assegnata a Totò Logozzo, difensore grintoso dagli inconfondibili baffoni neri. «Quella era una squadra molto forte – ricorda l’indimenticato terzino gialloblù – piena zeppa di campioni. A me toccò marcare Boninsegna, uno degli attaccanti più forti di quel periodo, molto difficile da affrontare». Negli anni ’70, in Italia la zona era ancora un’illustre sconosciuta e la marcatura era ancora a uomo, con sfide che in campo assumevano l’aspetto di veri e propri duelli, senza esclusione di colpi ma sempre, o quasi, leali. «Quando marcavi giocatori così – ricorda Totò – non li dovevi perdere di vista nemmeno un attimo, non ti potevi concedere la minima distrazione. In campo ce le davamo di santa ragione ma alla fine tutto si concludeva con un abbraccio. Con Boninsegna – aggiunge – siamo diventati amici e lo siamo ancora oggi che sono passati tanti anni».
UN FINALE ESPLOSIVO La partita scivolò senza particolari sussulti trovando il suo apice al minuto 89. Gianfranco Zigoni, con la sua caratteristica andatura si involò sulla fascia sinistra e dopo aver dribblato Cuccureddu, dipinse con il suo magico sinistro una traiettoria che Petrini, anticipando l’intervento congiunto di Morini e Zoff, spedì nel sacco. L’urlo di gioia del ‘Bentegodi’, però, venne subito ricacciato in gola dal signor Michelotti di Parma che annullò la rete perché, secondo lui, al momento dell’impatto la palla calciata da Zigo aveva già varcato la linea di fondo. «In campo – ricorda come se fosse ieri Logozzo – scoppiò un putiferio. Tutti noi accerchiammo l’arbitro, protestando in maniera vibrante, certi di aver subito un torto. L’arbitro, però, non tornò sui suoi passi, affermando di aver fischiato ancor prima che la palla arrivasse a Petrini».
In quel parapiglia a farne le spese furono lo stesso Petrini e Cuccureddu, entrambi espulsi e costretti a guadagnare anzitempo gli spogliatoi. Le speranze di vittoria dei tifosi gialloblù, invece, rimasero appese a quel gol annullato per il quale, a oltre quarant’anni di distanza, come siano andate le cose rimane ancora un mistero. La verità, probabilmente, non la sapremo mai…