Lunedì nella sala riunioni ricavata all’interno di Porta Palio, il centro politico- culturale “L’Officina” e l’associazione “Futuro popolare”, presieduta da Gilberto Pozzani, hanno organizzato un affollato incontro sulle conseguenze economiche per le aziende veronesi delle sanzioni alla Russia decretate dall’ Ue e dalla Nato. L’embargo deciso da Putin in risposta alle sanzioni ha colpito soprattutto le esportazioni agricole e artigianali delle imprese venete, tanto che il Consiglio Regionale ha approvato a larga maggioranza una mozione del consigliere veronese Stefano Vadelgamberi che in vita il governo italiano a dissociarsi dalle sanzioni. Nell’introdurre Valdegamberi il sen. Paolo Danieli, presidente de L’Officina, ha sottolineato come la Regione abbia rappresentato un’esigenza molto sentita dal mondo produttivo, a riprova che la riforma costituzionale di Renzi, che cancella le autonomie regionali, va bocciata col referendum di ottobre. Valdegamberi dopo aver inquadrato l’origine delle sanzioni nel progetto geopolitico americano di tenere separate Europa e Russia nel timore che un blocco euroasiatico possa minare l’egemonia mondiale Usa, ha snocciolato tutta una serie di dati sul calo delle esportazioni del settore agricolo e artigianale, con la ricaduta negativa sull’occupazione. Dati che sono stati confermati dalla testimonianza di due imprenditori veronesi, uno di un’azienda leader nel settore dell’ortofrutta, l’altro di un’impresa artigiana del distretto del mobile. Paolo Paternoster della Lega, Ciro Maschio per F.d.I, Marco Padovani per “Battiti” hanno portato il saluto delle rispettive formazioni politiche. In sala è riapparso anche lo stimatissimo ex assessore allo sport e commissario della fiera di Verona Camillo Cametti.